JAG PANZER – The Deviant Chord

by Dario De Marco

Quella dei Jag Panzer, band Heavy Metal statunitense proveniente dal Colorado, è stata una carriera abbastanza discontinua ma che ha portato a buoni risultati dal punto di vista della qualità, non raggiungendo purtroppo la notorietà meritata e rimanendo abbastanza in ombra rispetto a molti altri gruppi del genere. Il quintetto formato dal prodigioso Harry “The Tyrant” Conklin (voce), Mark Briody (chitarra e tastiera), John Tetley (basso e voce), Rikard Stjernquist (batteria) e dal maestro alla chitarra Joey Tafolla torna ancora a farsi sentire in questo 2017 con un album di tutto rispetto, “The Deviant Chord“, dopo cinque anni di inattività, dimostrando che il classico sound Heavy Metal può ancora regalare dei dischi veramente buoni. Inutile negare che ciò che colpisce a primo impatto con questo full length è la copertina, che raffigura uno scienziato in un vecchio laboratorio, che in seguito ad un esperimento si sta tramutando in un dinosauro: l’artwork è opera dell’artista serbo Dusan Markovic e riflette perfettamente le atmosfere inquietanti del disco, la passione per la fantascienza e le scienze naturali, con diversi richiami a entrambi i mondi ben nascosti in copertina, che ogni appassionato dovrebbe intravedere se osservata attentamente, come dichiarato da Briody durante un’intervista.

Passiamo ora a parlare delle tracce dell’album, partendo dall’energica opener “Born Of The Flame” , brano dai tratti Power Metal con un ritornello memorabile che attira fin da subito l’attenzione dell’ascoltatore appassionato del genere. La successiva “Far Beyond All Fear” è ancora più aggressiva, una vera e propria cavalcata di assoli per uno dei pezzi più avvincenti dell’intero album. Un carillon e chitarra acustica introducono la title track e, ad accompagnare, abbiamo la voce di Conklin che si fa più delicata per poi esplodere in maniera sempre più aggressiva dopo appena due minuti. Il tutto è contornato dalle distorsioni delle chitarre, ma il brano nel complesso mantiene una ritmica lenta e morbida, con i cori giocano che un bel ruolo. “Blacklist” non mi ha invece convinto del tutto, forse perché sembra una scopiazzatura di molti brani dei Manowar e poco personale. Curioso è invece aver inserito l’interpretazione di “Foggy Dew“, ballata tradizionale irlandese forse più adatta ad un gruppo Folk piuttosto che Heavy Metal, ma il risultato è davvero buono e aggiunge la giusta carica e melodia. “Divine Intervention” è un altro pezzo  di stampo Manowar, che ci offre un bell’assolo di Tafolla.
Il vero capolavoro dell’album è però la successiva “Long Awaited Kiss, introdotta da una melodia malinconica del violino che si alterna e contrappone agli assoli da brivido di Tafolla, spesso protagonisti indiscussi in tutto l’album, e caratterizzata dall’ottima prova vocale di “The Tyrant”, la migliore di tutte le tracce. “Salacious Behavior” è una cavalcata di chitarre e batteria, dove quest’ultima però lascia piuttosto a desiderare: sarà un difetto della produzione o una prova poco brillante di Stjernquist? “Fire Of Our Spirit” è abbastanza convincente per le sue ritmiche veloci e battagliere e i cori che accompagnano. La conclusiva “Dare” parte subito con un riff aggressivo ma tende ad ammorbidirsi nel corso dell’ascolto.

Tutto sommato posso affermare che non abbiamo davanti un capolavoro, ma un lavoro che nel complesso sembra ben riuscito e soprattutto una buona prova per un gruppo ritornato per voler dire ancora una volta la sua, nonostante i continui richiami accennati sopra.

Tracklist:

1. Born Of The Flame
2. Far Beyond All Fear
3. The Deviant Chord
4. Blacklist
5. Foggy Dew
6. Divine Intervention
7. Long Awaited Kiss
8. Salacious Behavior
9. Fire Of Our Spirit
10. Dare

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