WHILE SHE SLEEPS – You Are We

by Margot Furlanis

Il quintetto britannico WHILE SHE SLEEPS è tornato dopo due anni di attesa con “You Are We”, terzo album in studio dopo la pubblicazione di “This is The Six” (2012) e di “Brainwashed” (2015). L’uscita è prevista per il 21 aprile 2017.
La band si forma a Sheffield (Inghilterra) nel 2006. La prima formazione comprendeva Jordan Widdowson e Allan Worrall alla voce, Adam Savage alla batteria, Aaran Mckenzie al basso, Mat Welsh e Sean Long alla chitarra. Nel 2009 Widdowson e Worrall lasciano la band e vengono quindi sostituiti dall’attuale cantante Lawrence Taylor.
Il 26 luglio 2010 la Smalltown Records pubblica l’EP di debutto “The North Stand for Nothing”. Nel 2012 segue l’uscita del primo album “This is The Six” e nel 2015 il successivo “Brainwashed”.
La band si caratterizza per un sound prevalentemente metalcore, potendola associare a importanti nomi della scena come Bring Me The Horizon e Asking Alexandria.

L’album si apre con l’omonima title-track in flebili accordi di chitarra acustica, squarciati dopo nemmeno trenta secondi dal growl di ‘LozTaylor che scandisce “You Are We”, e bastona strofa dopo strofa alternandosi al cullare melodico del ritornello.
Segue “Seal The Sun” con riff potenti e veloci, segnata anche da momenti più sobri e i cori dei due chitarristi che danno un giusto equilibrio all’insieme della canzone.
Una sirena quasi percettibile, i piatti della batteria a scandire il tempo e partono i riff. “Feel” risulta cattivissima pur lasciando spazio al ritornello per una voce più pulita.
Come all’inizio degli accordi di chitarra acustica aprono “Empire of Silence”, per poi passare a “Wide Awake” con bellissime melodie della chitarra solista e gli impercettibili pedali del batterista Adam Savage.
Silence Speaks” colpisce positivamente per l’approccio a tematiche attuali quali conflitti bellici e manipolazione di massa di cui cito:

Board it up, the borders are shut
The blood of the innocent is under the rug
White lies in a world corrupt
Are we too blind to see through honest eyes?
War will cease when we refuse to fight

Inoltre, è nota la partecipazione del cantante Oli Sykes dei Bring Me The Horizon (che si può apprezzare nel videoclip ufficiale del brano).
Segue la bellissima “Settle Down Society” con dolci accordi di chitarra e cori, squarciati da riff violenti, lo scream di Taylor e le voci di Welsh e Long che accompagnano un immaginario wall of deah.
Anche “Hurricane” affronta con tono critico temi politici e sociali della società di massa odierna. Fondamentale per la band è stata la realizzazione del videoclip ufficiale, in quanto è stato girato in un magazzino della loro città natale a Sheffield insieme a numerosi fan. A proposito, il chitarrista Sean Lean ha dichiarato:

“Ora più che mai, i nostri fan sanno di essere il motivo per cui tutto questo è possibile. Il divario tra artista e fan è ridicolo, perché non esisterebbe fan senza artista e non esisterebbe artista senza fan. Si va di pari passo come un’unica cosa, è davvero rassicurante vedere un tale supporto proprio di fronte a noi”.

Revolt” irrompe poi nell’aria arrogantemente, con riff energici e uno scream che spacca timpani e tempie, il tutto smorzato ogni tanto dai soliti cori puliti dei chitarristi.
Senza pause irrompe il primo singolo “Civil Isolation” seguito a ruota dalla conclusiva “In Another Now”. Molto melodica e a tratti alternata dal solito e instancabile growl di Lawrence Taylor: sempre impeccabile riesce a far provare emozioni sulla pelle dell’ascoltatore.
In questo modo si conclude un album complesso, frutto di una profonda evoluzione e coscienza sociale della band. Le tracce risultano molto personali, analizzando con occhio critico la situazione odierna della realtà nazionale inglese post-Brexit e quella più ampia a livello internazionale, segnata dal terrorismo e numerosi conflitti bellici.

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