SEPTICFLESH – Codex Omega

by Riccardo Basso

Codex Omega” è l’ultima fatica dei Septicflesh, band greca che album dopo album sta guadagnando sempre più consensi all’interno del filone del death sinfonico. Per questo nuovo disco la band non stravolge particolarmente il proprio suono; troviamo, come al solito, le orchestrazioni a fare la parte del leone, con le chitarre relegate ad avere un ruolo marginale, ma non per questo meno fondamentale. Il tutto è ovviamente dominato dal possente growl di Spiros Antoniou. La produzione è senza dubbio un aspetto preponderante del disco, poiché riesce a rendere giustizia alla potenza sprigionata dalla band.
L’album si apre con “Dante’s Inferno“, opener dove i Nostri premono subito sull’acceleratore e regalano un pezzo estremamente ispirato dalle forti tinte death, con un piacevole finale acustico-sinfonico che rende il brano subito riconoscibile. A seguire abbiamo “3rd Testament“, brano dalle tinte black molto compatto e dove le chitarre emergono prepotentemente rispetto alle onnipresenti orchestrazioni tipiche per il sound dei greci. Un altro brano interessante è senza dubbio “Enemy of Truth“, che può essere visto come il pezzo migliore dell’album. La canzone in questione, infatti, è estremamente ispirata e si apre con delle orchestrazioni molto caratteristiche, le quali poi vanno a fondersi con gli altri strumenti per creare un’atmosfera opprimente e maestosa allo stesso tempo. Con la successiva “Dark Art” si apre un lotto di canzoni caratterizzate dalla presenza di clean vocals, come se la band avesse voluto dividere in due questo “Codex Omega“. In questo secondo blocco di brani spicca senza dubbio “Our Church Below The Sea“, tra i più melodici, dove ancora una volta la chitarra non ricopre un ruolo secondario e con un ritornello pulito che dona un tocco di epicità al tutto. Molto interessante è come, in questa canzone, growl e clean tendano a dialogare tra di loro. Il disco si chiude infine con la piatta “Trinity“, probabilmente l’unico filler del disco. “Codex Omega” dunque segna il ritorno dei Septicflesh e lo fa in grande stile. Il disco, infatti, è quasi inattaccabile in quanto si può percepire quanto la band creda in questo album. I brani sono quasi tutti di ottima fattura e non assistiamo a veri e propri strafalcioni musicali: manifesto di ciò è per esempio “Portrait Of A Headless Man“, canzone maestosa dove è difficile non restare a bocca aperta per la potenza che sprigiona la band durante il pezzo in questione. Se si volesse trovare un difetto al disco, questo sarebbe senza dubbio la scelta di inserire i brani con le clean vocals tutti in blocco nella seconda parte dell’album, perché così il disco perde di dinamismo. Se fossero stati inseriti sparsi nella tracklist probabilmente avremmo avuto un lavoro più variegato. L’album comunque richiede più ascolti per essere apprezzato a causa della varietà all’interno delle composizioni stesse. I Septicflesh, comunque, dimostrano di essere una band in forma e con questo album rendono il loro sound ancora più personale e riconoscibile: “Codex Omega” farà la felicità dei fan della band e sicuramente gliene farà guadagnare di nuovi.

Tracklist:

  1. Dante’s Inferno
  2. 3rd Testament (Codex Omega)
  3. Portrait of a Headless Man
  4. Martyr
  5. Enemy of Truth
  6. Dark Art
  7. Our Church, Below the Sea
  8. Faceless Queen
  9. The Gospels of Fear
  10. Trinity

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