CORE CREW COLLECTIVE – Raccolta Fondi

by Federico Siccardo

20 brani, 20 band, un solo obiettivo: sostenere la musica.
Il collettivo Core Crew nasce nel 2019 con lo scopo di unire e dare valore alla scena musicale metal underground italiana. Soliti nell’organizzare varie serate e festival come il Core Crew Fest, quest’anno, come ben possiamo immaginare, l’iniziativa non è potuta partire a causa dell’emergenza sanitaria.
I ragazzi però non si sono voluti fermare. Con il persistere della tragica situazione pandemica, il Core Crew Collective ha avuto l’ammirevole intenzione di sostenere le numerose band underground (solo che nel loro collettivo se ne contano un centinaio), pubblicando una vera e propria compilation, comprensiva di un singolo brano per ognuna delle venti band che hanno voluto partecipare all’iniziativa, per combattere la crisi che il mondo della musica dal vivo sta subendo, stringendo i denti settimana dopo settimana.
Il risultato prende semplicemente il nome di “Raccolta Fondi”, accompagnato da un artwork che raffigura delle infermiere alle prese con la lotta quotidiana contro il virus che ha messo in ginocchio l’intero pianeta.

Dal groove prepotente dei bergamaschi Amnesia con la loro “Anarchy” ai più melodici veneziani As We Are con “Hero”, sono molte le emozioni in cui ci si imbatte ascoltando questa compilation che si sente venire dalla strada e dal profondo di ogni singolo artista che abbia voluto essere partecipe di questo lodevole progetto.
“Sanity” dei veneti Braska vede la partecipazione di Daniele Gottardo in un metalcore fresco e incisivo, mentre troviamo decisamente più pesante il deathcore energico dei Dedalus Project da Parma con “Averno”, così come “The Diary” dei castiglionesi Desource, una vera e propria tempesta sonora spaccaossa che, con una rabbia lacerante, sembra voler direttamente prendere a pugni in faccia il Covid senza alcuna tregua.
Con la stessa ferocia si fanno avanti i Face Your Fears da Campobasso con “Lost Control”, dove sembrano perdere veramente il controllo della loro potenza, facendo tremare quei maledetti muri di casa nostra dove per tanto, troppo tempo siamo stati confinati rendendo le nostre care abitazioni delle vere e proprie prigioni sociali.
Fosse per noi, questi muri li butteremmo giù volentieri con una palla di demolizione per poter tornare ad una vita normale.
Ci aiutano ad avere un imaginario del genere i pavesi Forgery System ascoltando la loro “Theatre of Basterds” e i Jumpscare da Napoli con “Earth Decay”.
“Rule 34” dei Kolomn dal Veneto fanno esplodere il nostro stereo con il loro death metal, violento e arrogante, mentre arriviamo a metà raccolta con la bella “Deceiving Me” dei toscani Larry’s Emotion.

A chi non fosse abituato a cotanta potenza sonora, potrebbe servire qualche minuto di pausa, ma non è affatto il nostro caso. Noi la potenza la esigiamo. Necessitiamo di urlare contro l’insicurezza psicologica causata dalla pandemia, che giorno dopo giorno cerca di mangiarci dentro l’animo. E allora andiamo avanti con i perugini Long For Anaesthesia che si presentano con la loro “The Spotlight” dal ritornello orecchiabile e ben riuscito affiancato a strumentali precise e ben strutturate, senza dimenticare il fattore death/metalcore di cui ormai ci siamo abituati e non desideriamo altro.
I friulani Lunae propongono il loro curato quanto convincente progressive hardcore con “Renaissance”, mentre i MHELA dalla Toscana trasmutano la sfera musicale in un alternative metal a la InFlames con “Falling Kids”, ennesimo gran pezzo presente nell’album.
“Oblivion” dei parmigiani Nobody Has Hearth torna a premere il piede sull’accelleratore spedito come non mai, fino a quando si entra in contatto con i Shapeless in Veins e la loro emozionante “Wish you were (H)ere”.
Gli Straight To Pain (band di Savona che abbiamo avuto il piacere di intervistare lo scorso novembre, qui il link) stravolgono nuovamente i timpani con “Beyond The Origin” in un melodic death metal da urlo, senza pecche. I The Big Jazz Duo suonano tutto meno che jazz, la band di Alessandria infatti, in “Barbed Wire Concerto” presenta un genere sperimentale che raggiunge elementi sinfonici, deathcore e alternative; il risultato è una vera granata a frammentazione.
Gli ultimi brani della raccolta non sono per nulla di qualità inferiore; il tiro rimane sempre ad alti livelli con i The Silence Between Us da Venezia in “Nails”, così come in “Danforth” dei Waves In Autumn da Bergamo, dove le abilità chitarristiche li fanno padroni.
L’ultimo scoppio di dinamite arriva da Vicenza, che oltre le luci, i sassi e i coriandoli (scusate, erano mesi che aspettavo un’occasione del genere) porta una band progressive metalcore di grande spessore: gli Zero, che con la loro “Future Debts” alternano refrain in pulito con breakdown tetri e oscuri, accompagnandoci al termine di questa incredibile raccolta all’insegna dell’underground fatto con il cuore e soprattutto per una nobile causa.

Tenendo conto che le offerte minime partono da 5 euro (acquistabile al seguente link), il prodotto che vi aggiudichereste ha una valenza molto più importante.
Un vecchio detto diceva: “Aiutati che Dio ti aiuta”. D’altronde chi può capire meglio di noi, diretti interessati, l’importanza della musica dal vivo? Chi, meglio di noi, può aiutare nella salvezza di questo settore? Un saluto ai nostri amati governatori che forse dovrebbero tener conto anche di chi, secondo loro, “non è essenziale” nella nostra società. Bravi loro.

Tracklist:
1. Amnesia – Anarchy
2. As We Are – Hero
3. Braska (ft. Daniele Gottardo) – Sanity
4. Dedalus Project – Averno
5. Desource – The Diary
6. Face Your Fears – Lost Control
7. Forgery System – Theatre of Basterds
8. Jumpscare – Earth Decay
9. Kolomn – Rule 34
10. Larry’s Emotion – Deceiving Me
11. Long For Anaesthesia – The Spotlight
12. Lunae – Renaissance
13. MHELA – Falling Kids
14. Nobody Has Heart – Oblivion
15. Shapeless In Veins – Wish You Were Her(e)
16. Straight To Pain – Beyond The Origin
17. The Big Jazz Duo – Barbed Wire Concerto
18. The Silence Between Us – Nails
19. Waves In Autumn – Danforth
20. Zero – Future Debts

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