CANDLEMASS – The Pendulum

by Luca Margini

Il Doom Metal è un genere da sempre piuttosto di nicchia, per via della sua propensione a sonorità catacombali, spesso lente e cadenzate, che non riescono a far presa su tutti. I Candlemass sono tuttavia una delle poche realtà ad essersi fatta un nome all’interno del panorama Metal in generale, uscendo dai confini del genere.
Durante il corso della loro carriera più che trentennale gli Svedesi hanno cambiato formazione numerose volte, incorporando elementi nuovi anche dal punto di vista musicale e facendo storcere in più occasioni il naso ad una fetta di loro fan. Va però detto che l’annuncio del ritorno di Johan Längquist dietro il microfono è stata una mossa decisamente sorprendente, che ha messo, almeno inizialmente, tutti d’accordo. Il risultato di questo ritorno inaspettato è stato il precedente “The Door To Doom”, uscito nel 2019.

Edling è parecchio prolifico, tra i Candlemass che hanno rilasciato 3 EP e un album in soli 4 anni e altre produzioni secondarie.
Quest’anno tocca a un EP, “The Pendulum“, che ci promette ben 5 inediti più una piacevole cover di “Procelain Skull“, brano originariamente interpretato dagli Avatarium (un progetto parallelo di Edling). Tagliamo subito la testa al toro: di questi sei brani tre sono misere strumentali da poco più di un minuto, che anche se combinate non raggiungono la lunghezza media di una canzone dei Candlemass.
Tolta la conclusiva “The Cold Room“, ottimo outro per il disco, le restanti risultano piuttosto superflue, sembrano quasi un pretesto per scrivere qualche titolo in più nella tracklist. Mi riferisco particolare ad “Aftershock“, che risulta un’interruzione fastidiosa spezzando l’atmosfera al posto enfatizzarla.
Nonostante l’EP sia piuttosto scarno i due inediti sono davvero ottimi pezzi sulla falsariga del precedente lavoro e quello che spicca maggiormente è “Snake Of Goliath” che, con il suo riff sabbattiano, ci riporta alla memoria “Electric Funeral” dei maestri Black Sabbath.

Possiamo vedere questo EP come una raccolta di scarti dell’ultimo lavoro, bollandolo come inutile, oppure possiamo gioire della possibilità di ascoltare pezzi che non hanno avuto la possibilità di uscire sul lavoro principale. L’ascolto è consigliato a tutti i fan, anche non troppo sfegatati, desiderosi di passare un piacevole quarto d’ora in compagnia di un po’ di sano Epic Doom. Tutti gli altri possono soprassedere: se non conoscete i Candlemass non è questo il lavoro con cui iniziare ad approfondirli, mentre se non vi sono mai piaciuti non sarà questo EP a farvi cambiare idea. Qualsiasi sia il vostro pensiero riguardo alle  uscite di questo tipo possiamo ritenerci sollevati dalla dedizione che Edling sta mettendo nei suoi progetti, regalandoci nel corso degli anni ore di musica epica e melanconica che forse ci fa sentire un po’ meno soli in tempi difficili, cullandoci tra melodie dalla forte carica emotiva e riffoni granitici.

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