BLOODKILL – Throne Of Control

by Elena Baiardi

Forse non molto conosciuta ai più, la scena musicale indiana sta ultimamente sfornando band metal molto interessanti. Come appunto i BLOODKILL, quintetto originario di Mumbai formato da Anirudh Gollapudi alla voce, Vishwas Shetty e Shubham Khare rispettivamente chitarra ritmica e solista, Yash Wadkar al basso e Jay Patil alla batteria. Nel loro autoprodotto album di debutto “Throne Of Control” ci propongono un thrash metal moderno ed accattivante, che si inserisce molto bene anche accanto ai nomi della scena attuale più conosciuti. Aggiungendo anche qualche tocco di heavy e groove, in questo lavoro andremo ad ascoltare otto tracce decisamente interessanti.
L’intro “The Unveiling” apre la strada a “Blindead Circus” che, forse complice il timbro della voce, mi ricroda molto un lavoro dei Kreator. Se è vero che le prime impressioni sono quelle che contano, questo ottimo brano ha assolutamente catturato la mia attenzione e che mi ha senza dubbio invogliata a proseguire l’ascolto dell’album. “False Face” è uno di quei pezzi con cui non puoi fare a meno di ritrovarti a fare headbanging dall’inizio alla fine seguendo il suo ritmo cadenzato e quadrato, che nonostante possa sembrare abbastanza semplice e senza troppi fronzoli (cosa, a mio parere, non sempre negativa), fa decisamente la sua bella figura. Rallentiamo un po’ il ritmo con “3B”, in cui Anirudh Gollapudi sostituisce la voce graffiante che avevamo finora sentito con uno scream quasi simil-Death; un’ottima accoppiata con le chitarre che lo accompagnano con un ritmo quasi ipnotico. Assolutamente necessaria una menzione al lungo urlo finale che chiude il pezzo, ottima prova vocale di Gollapudi che dimostra non solo di avere un ottima voce ma anche un controllo preciso. “Unite and Conquer” ha una melodia che mi ricorda moltissimo 2 Minutes to Midnight degli Iron Maiden; è un pezzo decisamente meno pesante dei precedenti ed in nettissimo contrasto con la seguente “Horrorscope”. Un intro strumentale molto delicato si aggancia ad una strofa lenta e pesante, sembra quasi l’inizio di un pezzo doom, ma ecco che a 1:28 si riparte con del buon classico thrash anni 80. “For I am the Messiah” ci mostra un’ulteriore sfaccettatura nella voce di Gollapudi, meno graffiante e più pulita che in precedenza, appaiata ad un brano che risulta assolutamente trascinante grazie alle chitarre quasi gemelle di Shubham Khare e Vishwas Shetty. L’album si chiude con il pezzo forse più heavy tra tutti, nonché title-track, “Throne Of Control”. La batteria di Jay Patil introduce da sola il brano, e parte poi martellante come una mitragliatrice insieme alle chitarre. Intorno al minuto 2:30 partono circa 30 secondi solo strumentali, per uno stacco a cui si aggiunge tutta l’artiglieria al gran completo e che prosegue diminuendo di potenza fino alla fine.
Otto tracce quindi, per un album di debutto davvero ottimo, sia per quando riguarda i contenuti sia per la qualità dei suoni. Promosso a pieno titolo!

Tracklist:
01. The Unveiling
02. Blindead Circus
03. False Face
04. 3B
05. Unite And Conquer
06. Horrorscope
07. For I am the Messiah
09. Throne Of Conquer

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