WIND ROSE – Wintersaga

by Riccardo Basso
Wind Rose - Wintersaga

I Wind Rose sono una band italiana originaria di Pisa che propone una fusione di folk e power metal fortemente ispirato dall’immaginario di Tolkien, più precisamente dalla stirpe dei nani e dalle loro storie. Con questo “Wintersaga” i  Wind Rose hanno tagliato il traguardo del quarto album e a riconoscimento del successo sempre maggiore, i Nostri sono stati notati da una major, la Napalm Records, che ha deciso di arruolare una delle band nostrane più promettenti. Il primo risultato di questa unione è appunto “Wintersaga”, disco che ci trasporta ancora una volta nella Terra di Mezzo tra taverne piene di nani festosi, miniere e battaglie. “Wintersaga” è un album compatto dove tutti i pezzi seguono la stessa traiettoria, non bisogna dunque aspettarsi particolari scossoni una volta iniziato l’ascolto. Si può quindi dire che una volta che ci si è lasciati alle spalle l’intro “Of Iron and Gold” e la titletrack si abbia ascoltato tutto il disco, tuttavia i pezzi girano bene e risultano molto divertenti. Basti pensare per esempio alla festaiola “Drunken Dwarves” e all’anthemica “Diggy Diggy Hole“, azzeccatissima cover che ha fatto da trampolino promozionale per i Wind Rose (più di sei milioni di visualizzazioni non sono poche).  In questo “Wintersaga” trovano spazio anche pezzi più elaborati come la conclusiva “We Were Warriors” che con i suoi nove minuti abbondanti ci porta verso lidi più epici che ricordano in parte i Wintersun, soprattutto per le orchestrazioni, e powereggianti. La canzone in questione comunque è ben strutturata e rende il minutaggio molto leggero. Un valore aggiunto di questo disco è senza dubbio la produzione che risulta ben bilanciata e rende giustizia ai numerosi cori e alle parti più epiche, come nel caso di “The King Under The Mountain“, brano che gode di uno dei ritornelli più potenti dell’intero album. “Wintersaga” è dunque un album non particolarmente complesso da assimilare ed è molto divertente, se al primo ascolto ci si ritrova a muovere la testa, con il secondo ci si ritrova a canticchiare gli epici ritornelli mentre si viaggia per la Terra di Mezzo con Thorin e la sua combriccola di nani. I Wind Rose hanno dunque fatto centro senza inventare nulla di nuovo e si confermano una valida realtà italiana, la speranza è che i Nostri continuino su questa strada e che possano raccogliere i frutti del loro lavoro.

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