VINTERSORG – Till Fjälls, del II

by Jacopo Silvestri

Son passati ben diciannove anni da quando lo svedese Vintersorg decise di debuttare col suo progetto omonimo con “Till Fjälls”. Da quel giorno son cambiate molte cose: alla formazione del gruppo si sono uniti Mattias Marklund e Simon Lundström e lo stesso Vintersorg (vero nome Andreas Hedlund) ha collaborato, e continua a farlo, con altre band, quali Borknagar e Cronian.
Ma torniamo a parlare di “Till Fjälls”: gli album pubblicati dopo di esso hanno presentato vari cambiamenti di stile sempre mantenendo il marchio di fabbrica dell’artista svedese, senza mai deludere la critica, ma questo “Till Fjälls, del II” non è un disco come gli altri: come si può capire già dal titolo, infatti, è la continuazione del primo disco dei Nostri. Inoltre, l’album va ad interrompere una tetralogia iniziata nel 2011 con “Jordpuls”, e continuata con “Orkan” e “Naturbål”, rispettivamente usciti nel 2012 e 2014. Ma passiamo alla produzione in sè.
Il brano d’apertura è “Jökelväktaren“, continuazione di “Jökeln“, presente nel disco del 1998, e riesce fin da subito a far capire che il tipico stile della formazione non svanirà in questo lavoro, il quale presenta ritmi coinvolgenti e riff efficaci capaci di colpire e stupire l’ascoltatore. Oltre a ciò, i testi dei brani sono concentrati su tematiche ambientali e naturali, altro fattore usuale per Vintersorg e soci.
La tracklist della produzione scorre liscia senza interruzioni o cali di qualità, passando per l’atmosfera di “En väldig Isvidds Karga Dräkt“, “Vinterstorm“, la quale propone ritmi melodici e orecchiabili alternati a parti più pesanti con un basso molto marcato, “Tusenåriga Stråk“, che contiene un’ottima alternanza tra voce in growl e pulita e “Vårflod“, epilogo del disco che vede la collaborazione con Cia Hedmark, cantante e violinista degli Otyg che ha partecipato anche in “Till Fjälls”, la quale voce risulta adatta per il pezzo.
L’album, inoltre, presenta un secondo disco contenente l’EP “Tillbaka Till Källorna“, il quale propone altri venticinque minuti nello stile Vintersorg, pur risultando forzato in quella posizione: continuare un disco che soddisfa sotto tutti i punti di vista non è mai una scelta delle migliori, ma comunque non è da scartare come complemento.
Nonostante tutti i cambiamenti verificatisi in diciannove lunghi anni, nonostante Vintersorg non sia più un progetto solista e nonostante tra il debutto e l’ultima fatica ci siano state varie sperimentazioni, “Till Fjälls, del II” è un disco completo e soddisfacente.
Che siate dei grandi appassionati della band, o che li conosciate soltanto di nome, non mi resta che esortarvi ad ascoltare questo album.

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