TRIDENT – North

by Luca Gazzola

Tornano i Trident dopo cinque anni dall’ultimo EP con questo nuovo album, “North“. Si tratta di un gruppo svedese nato nel 2007 ed esordito tre anni dopo con “World Destruction” per poi pubblicare il suddetto EP “Shadows” nel 2015. Dalla loro fondazione a hanno subito diversi cambiamenti nella formazione, e l’attuale line-up vede Per-Owe Solvelius (Fejd, Lancer) alla chitarra solista e Johan Norman (ex-Soulreaper, ex-Sacramentum, ex-Dissection) alla chitarra ritmica come membri originari, mentre il bassista Anders Backelin (Vassago, ex-Lord Belial), il cantante Henri Heikkinen e il batterista Joakim Antonsson (Nox Aurea, ex-The Cold Existence) si sono uniti in seguito, dal 2012 in poi. La loro proposta si tratta di un black metal pestato ma con una componente melodica interessante che aiuta a formare un’atmosfera cupa e dannata, ispirandosi a gruppi come Necrophobic e Thulcandra, oltre al fatto che i componenti hanno portato un po’ di influenze dagli altri gruppi dove militano o hanno militato, soprattutto Dissection, Soulreaper e Satanized. Un’atmosfera che viene mantenuta per i circa 59 minuti di album, divisi in 9 pezzi di una durata che va dai 2 minuti e mezzo ai 10 e mezzo.

Tra le canzoni rilevanti:

  • Death“: secondo pezzo dell’album. Contando anche l’intro degno della colonna sonora di un film epico si arriva ad oltre 9 minuti, e apre l’album alla grande con un contrasto netto tra l’intro in strumentale leggero e il riff farcito di doppio pedale e tremolo. Si tratta di un pezzo piuttosto articolato, con più riff e bridge differenti, alcuni più lenti, altri più veloci, ma mantenendo una certa coerenza. Un ottimo biglietto da visita, oltre ad essere il brano più gettonato su Spotify.

Rispetto alle opere precedenti i Trident hanno mantenuto intatto il loro stile e non ci sono stati cambiamenti sostanziosi in influenze, suoni o effetti. Riescono sempre a fare brani potenti, cattivi e veloci, ma il lavoro dà l’impressione di durare più dell’effettiva durata, e già sono canzoni piuttosto lunghe. Si tratta di qualcosa che dà l’impressione vada avanti per ore quando in realtà dura molto meno, con tutti i pro e i contro del caso. In ogni caso i vecchi fan saranno soddisfatti, e anche gli estimatori del black e blackened metal, anche se “World Destruction” aveva una marcia in più nelle canzoni.

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