THE SILENT RAGE – The Deadliest Scourge

by Luca Gazzola

I The Silent Rage sono una band originaria di Atene attiva ormai da 10 anni (sono nati nel 2006) con all’attivo già due EP pubblicati nel 2009 e nel 2011 e un demo di debutto del 2006, oltre a vari concerti anche al di fuori dello stato ellenico. I suoni di questo primo full length sono puliti e distorti in modo moderato, ma meno spessi rispetto ad altri gruppi power, prediligendo suoni più sull’heavy metal o modificati in maniera particolare, con una batteria ineccepibile, una voce al naturale e un basso inesistente, il tutto mixato in maniera ordinaria. L’album complessivamente (non si considera la bonus track) è composto da 12 pezzi con una durata variabile tra i due minuti scarsi ai 6 per una durata complessiva di 51:22 minuti, che anche se filano senza intoppi di genere, si fanno sentire.

Tra le canzoni rilevanti:

  • Between Harmony & Sorrow: quinto pezzo dell’album. La batteria instancabile, le chitarre che alternano parti veloci a parti lente in scioltezza dando un supporto costante alla voce, con un assolo gradevole divisibile in tre parti: una lenta, una rapida in stile thrash a toni alti e il finale più lento e power. In quattro minuti e mezzo si ha un’idea delle influenze principali della band. Il ritornello colpisce per la semplicità e spinge a sentire di nuovo la canzone.
  • Thoughts Collapse: decima canzone. Intro sempre aggressivo, riff potenti e orecchiabili, ritornello semplice ed efficace e assolo che incornicia quasi cinque minuti di canzone. Salvo, come detto prima, l’assenza di bassi che rende il pezzo spesso come un cracker, non ha niente che manchi o di rimproverabile.
  • Shadow Spirit: ultimo pezzo dell’album. Per chi ha presente ‘The Bard’s Song’ dei Blind Guardian non può che notare alcuni parallelismi di stile. La differenza è che, a parte il flauto e il banjo che dà un tocco folk alla canzone, dura il doppio (sei minuti, è la più lunga) ma ciò non lo si percepisce così nettamente come su carta. Una conclusione semplicemente epica.

Non è solito sentir parlare di gruppi metal greci, però in questo caso non hanno nulla da invidiare ai gruppi più famosi del Nord Europa. Un po’ uniforme come album, con tre categorie principali: potenti e cattive, cariche con ritornello orecchiabile che rimane in testa e Shadow Spirit; ma vale a pena per sentire qualcosa con comunque uno stile originale e inconfondibile

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