THE CHAPTER – Angels & Demons

by Luca Gazzola

A dodici anni da “Into the Abyss”, i The Chapter tornano con questo nuovo full length, intitolato “Angels & Demons“. Si tratta di un gruppo portoghese nato nel 2004 a Lisbona, all’esordio discografico due anni dopo con il primo EP. Il genere spazia dal gothic al death ma con ritmi più tranquilli, a metà strada tra quest’ultimo e il doom. Le registrazioni sono ottimali e il mixaggio è equilibrato tra batteria nella norma, basso parecchio presente, chitarre con una distorsione tipica del doom metal e una voce abbastanza variegata. Si rifanno come genere a gruppi che vanno dai Moonspell per le parti veloci agli Opeth per le parti lente. La batteria non si spreca in ritmi troppo complicati, come le chitarre onnipresenti non presentano molti fronzoli, in favore riff relativamente semplici ma molto orecchiabili. Il basso è nettamente udibile e dà spessore alle canzoni mentre la voce spazia da un growl da death metal al pulito che nelle parti tranquilla si incastra perfettamente. È un album semplice e omogeneo, fin troppo nella parte centrale, composto da otto pezzi di una durata che va dai cinque ai sette minuti e mezzo per una lunghezza complessiva di 48 minuti.

Tra le canzoni rilevanti:

  • Angels & Demons“: primo pezzo. Come apertura di un album è una canzone valida, dove parti veloci di intro e riff si incastrano bene con parti lenti e melodiose dei ritornelli orecchiabili e bridge cantati in pulito o sussurrato, rendendo il pezzo inconfondibile.
  • Shattered Emotions“: seconda canzone dell’album. In questo pezzo e in quello successivo, “Animae Vipera“, la componente doom (anni ’90) si fa sentire più distintamente, creando un’atmosfera tutto sommato tranquilla e a tratti malinconica.

Rispetto all’EP non ci sono state revisioni importanti, come se questo album fosse stato cominciato poco tempo dopo l’opera di esordio oppure che, avendo trovato il loro stile, i The Chapter abbiano deciso di mantenerlo rivedendo la proporzione tra gothic, doom e death per creare una miscela più armoniosa e raffinando le melodie. Un buon album che va avanti da solo, anche se dopo i primi pezzi comincia a essere abbastanza omogeneo da causare qualche difficoltà a distinguere le canzoni l’una dall’altra.

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