SUM 41 – 13 Voices

by Metalpit.it Staff

Dopo i Simple Plan, Good Charlotte, Blink 182 e i Green Day anche i Sum 41 hanno fatto il loro ritorno e ora tutte le pop punk band che hanno avuto il loro enorme seguito negli anni 2000 han fatto uscire il proprio album in questo 2016.
I Sum 41 non sfornano un album dal 2011, con “Screaming Bloody Murder”, da allora non c’è più il batterista Steve Jocz sostituito da Frank Zummo e ora la band non è più in 4 ma è composta da 5 componenti con il ritorno alla chitarra di Dave Baksh portando a tre il numero di chitarre.
Questo album ha creato in me molta aspettativa sia per il ritorno di Dave (poiché la sua assenza per me è pesata come un macigno), sia per testare le condizioni di salute del cantante e chitarrista Deryck Whibley, dato che poco tempo fa ha subito un collasso di reni e fegato dovuto all’eccessivo consumo di alcol che gli è quasi costato la vita.
Per fortuna si è ripreso e devo dire che questo “13 Voices“, rispetto al precedente “Screaming Bloody Murder”, lo trovo molto più vicino alle loro origini: per intenderci, i quattro magici album “Half Hour of Power”, “All Killer No Filler”, “Does This Look Infected?” e “Chuck” son di unaltro pianeta.
Le canzoni ora però son tutte meno sperimentali e più legate alle loro caratteristiche pop punk con riferimenti metal vicine ai Metallica. Serviva un po’ di ordine e “13 Voices” ha dato la direzione da seguire. L’unica cosa che mi lascia un po’ perplesso è che a volte tendono a fare cover di loro stessi, come mi è parso in “Fake My Own Death” o in “Underclass Hero” precedentemente.
“Screaming Bloody Murder” era un album modesto senza direzione, rovinato nel finale; “Underclass Hero”, pur essendo molto bello, dà l’idea di esser monco a chi era abituato come me ai lavori precedenti; “13 Voices” rappresenta la maturità, dopo aver superato la morte per un soffio e aver recuperato un grande amico e chitarrista solista come Dave e la canzone simbolo di tutto questo è senza dubbio la seconda “Goddamn I’m Dead Again”.
Altre canzoni di rilievo sono il singolo “Fake My Own Death” e la canzone dall’intro da urlo “13 Voices” .
La canzone più brutta e in linea con l’ultimo album è quella in chiusura, “Twisted by Design”, forse l’unica davvero deludente. “War”, pur non essendo il massimo, racconta la battaglia del cantante contro le sue dipendenze.

Dal mio punto di vista, contando il fatto che dopo “Chuck” e l’uscita dalla band di Dave i Sum 41 li ritenevo morti, è stato un bel passo avanti, avendo accettato il loro cambiamento.
Comprando il disco in negozio ho dato loro la mia fiducia ancora una volta, spero di non esser smentito dalla loro prossima fatica.

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