SKÁLMÖLD – Sorgir

by Dario De Marco

Lo ammetto, quando vidi gli Skálmöld dal vivo all’ultima edizione del Fosch Fest, nel 2016 erano uno di quei gruppi che meno mi avevano entusiasmato in quella giornata e decisi di accantonarli. Mi sono ricreduto dopo aver ascoltato quest’ultimo “Sorgir“.

Se il punto di forza non sembra apparentemente di certo il cantante Björgvin Böbbi Sigurðsson, dal timbro molto ruvido, ma che a tratti dimostra più volte dei limiti nelle parti più “sporche” con il classico vocione da ubriacone frequentatore di bettole ma pur sempre simpatico (e giustamente è una caratteristica che ha contraddistinto il gruppo), dobbiamo anche considerare anche altri aspetti come il pathos delle voci corali e un ottimo sound, molto raffinato e articolato, che crea una giusta contrapposizione tra l’irruenza e divertimento tipiche del Folk Metal e i tratti epici più tipici del Viking. Gli islandesi hanno creato qualcosa di veramente buono, che si lascia ascoltare piacevolmente grazie a melodie complesse ed elaborate, dove i cori sono la vera ciliegina sulla torta. Abbiamo quindi di fronte otto brani dai titoli brevi e immediati e una bonus track, tutti cantati in lingua madre islandese, caratteristica che vede ancora una volta gli Skálmöld fedeli ai loro schemi.

Il primo brano, “Ljósið” è un brano molto grezzo che si basa molto sulla pesantezza dei riff, mentre “Sverðið” ha un ritmo decisamente più epico e melodico. Cambiano di nuovo i tempi con la terza traccia “Brúnin“, che parte più veloce nelle ritmiche e si presenta con un sound granitico, per essere interrotta bruscamente più avanti con un repentino cambio di tempo e assoli davvero coinvolgenti.
Barnið” è più pacata, ma trascina poi in un vortice di epicità Viking di scuola Bathoriana, così come anche “Skotta“, molto atmosferica dove vengono addirittura aggiunte delle parti quasi Progressive con repentini cambi di tempo. “Gangári” è uno di quei brani vorticosi e travolgenti con un ottimo lavoro alla batteria. Arriviamo sul finale, con gli ultimi tre brani, due dei quali sono i veri capolavori dell’album: “Mòri“, dai chiari riferimenti epici dove la scuola di Quorthon domina ancora una volta, insieme a sonorità classicheggianti accompagnate da una bellissima voce corale femminile, esplode improvvisamente con una forza sonora davvero maestosa; “Mara” è apparentemente più grezza, ma l’aggiunta degli elementi Progressive la rende davvero un’opera d’arte! Concludiamo con la bonus track “Höndin sem veggina klórar“, brano decisamente in chiave Viking Metal dalle ritmiche incalzanti,  che riassume in sé un po’ tutte le caratteristiche dell’album, dall’epicità dei cori e la bellezza degli assoli, al prog e quel cantato grezzo e birraiolo che però si dimostra davvero efficace.

“Sorgir” è quindi davvero un album molto bello, che vale la pena di ascoltare se apprezzate il genere: scorre piacevolmente, ti fa viaggiare, non annoia e merita parecchio!

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