SEE YOU LEATHER – Back To Aleph

by Metalpit.it Staff

I See You Leather sono una band thrash/death metal di Catania, nata nel 2012, quando i membri erano ancora poco più che adolescenti.

Band che ha deciso di mettere insieme le proprie influenze musicali, quali Metallica, Gojira, Death, Pantera e tanti altri, con quelle extramusicali, come letterarie e artistiche, perché ritiene che ci sia un collegamento tra tutte queste.

Da queste grandi idee in quasi due anni nasce Back To Aleph, primo EP della band, pubblicato poi nel 2015.

See You Leather photo

Con Back To Aleph i See You Leather vogliono intendere il ritorno alle origini, essendo Aleph la prima lettera dell’alfabeto ebraico, da cui derivano le prime lettere dell’alfabeto greco, arabo e anche il nostro latino, quindi l’inizio di tutto, in contesto letterario, e per l’inizio di una carriera, il primo prodotto registrato.

L’EP presenta quattro brani brani, in cui fanno sentire tutte le loro influenze.

La traccia iniziale Samekh ha quel mix tra thrash, death e black metal, il tutto ben amalgamato, con poche parti cantate, in cui sentiamo la voce principale del gruppo, molto ispirata a quella di Nergal, quel tipo di voce raschiata ma non troppo.

Nella seconda traccia I Am The Beast è più sul solo thrash metal, con meno influenze degli altri generi, se non nelle parti finali della canzone, anche nella voce, dato che qua il cantante Salvatore Leonardi ha preferito cambiare lo stile di canto passando a uno più pulito ma basso e leggermente roco, ricordando il buon Max Cavalera.

La successiva Imaginary Wrong ritorna alla voce roca, con tempi e riffegiature in stile death e black metal.

L’ultima traccia di Back To Aleph, Il Canto Di Ossian, vede l’alternanza vocale tra il Salvatore Leonardi, con la sua voce in growl, e il chitarrista Luca Longo, che presta la sua voce pulita, il tutto insieme a tempi lenti che danno quell’atmosfera doom. Da metà canzone in poi vi è solo strumentale con assoli, tempi veloci, parti pulite e un’ottima chiusura di canzone con un ultimo assolo che sa di arrivederci.

EP molto buono, con degli ottimi suoni post-produzione che hanno agevolato l’ascolto.

Ottima anche la tecnica dei quattro siciliani, sfoggiata molto bene senza esagerare e uscire fuori contesto.

Quasi mezz’ora di ascolto, con pezzi cantati in italiano e in inglese, per aumentare l’artistica del progetto.

Back To Aleph si merita un bel sette e mezzo per tutto l’insieme, non solo la parte musicale ma anche tutte le idee che vi sono dentro.

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