NAILED TO OBSCURITY – King Delusion

by Jacopo Silvestri

I Nailed To Obscurity sono una realtà emergente nella scena metal tedesca. Si sono formati nel 2005 ad Esens, nella Germania nord-occidentale e sempre nel 2005 hanno registrato una demo, “Our Darkness”, che ha preceduto l’uscita dei loro primi due album , “Abyss” e “Opaque”, rispettivamente nel 2007 e nel 2013, lavori che hanno introdotto il sound tipico del gruppo, un death metal melodico con influenze doom. Tocca proprio a “King Delusion“, che ha visto la luce nel febbraio 2017, continuare sulla strada intrapresa dal quintetto.
Il disco si divide in otto tracce, delle quali solo due non superano i sei minuti di lunghezza, per una durata totale di oltre 55 minuti che non presentano alcun picco rilevante né in positivo né in negativo, ma risultano molto compatti in quanto ogni brano si collega al successivo in modo perfetto, quasi ad unire il tutto per formare un’unica traccia a colmare l’intero album.
Basta qualche ascolto per notare come le insicurezze dei primi lavori siano state rimosse, rimpiazzate da un suono più deciso e ben curato, che si propone per tutta la durata del disco dimostrando l’evoluzione della band dal 2005. Ci si trova di fronte ad un disco composto da un solido death metal melodico, ma che non ha timore a nascondere sperimentazioni ed influenze da altri generi.
Il growl di Raimund Ennenga risulta feroce e aggressivo, ma viene alternato con astuzia a parti vocali in pulito, certe pure sussurrate. Le parti cantate, inoltre, vengono ben accompagnate dalla coppia alle chitarre, formata da Volker Dieken e Jan-Ole Lamberti, che alternano a loro volta riff distorti e precisi a fraseggi arpeggiati.
Le tracce che rendono al meglio l’alternanza di potenza e melodia offertaci dai cinque sono “Protean” e “Devoid“, rispettivamente seconda e settima dell’album. La prima parte direttamente con il cantato pulito, dopo il riff iniziale, intervallato da parti in growl; la seconda invece non presenta voce pulita, ma possiede le influenze doom metal citate in precedenza, per un brano dai ritmi lenti che creano un’atmosfera cupa e malinconica, tipica del disco, ma che in questa traccia raggiunge l’apoteosi.

Giudizio complessivo positivo quindi, quello sull’ultimo album dei Nailed To Obscurity, che migliorano i discreti risultati raggiunti coi primi lavori.

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