MasterdoM – Schizophrenia

by Alessandro Schumperlin

I MasterdoM si formano nel 2005 nella provincia di Pistoia,  per volere del tastierista Daniele Vento e dei gemelli Thomas e Simone Frediani, rispettivamente chitarrista e batterista. La lineup si definisce con un secondo chitarrista, un bassista e un cantante. La proposta iniziale è quella di un power epic, ma come spesso accade i cambi di lineup sono dietro l’angolo e di fatto con quello anche i cambi di gestione sonora; tanto che la band punta al caro vecchio heavy classico. Tra il 2006 ed il 2010 i MasterdoM pubblicano tre demo/EP, dai quali emergono le varianti e le variabili del comporre e dei vari cambi di sonorità da quelli più power a quelli più heavy classico. Arriviamo quindi ai giorni nostri e finalmente al primo album ufficiale: “Schizophrenia”, questo il titolo del lavoro che ora recensiremo, esce nel maggio dello scorso anno ed è composto da sette inediti ed una cover riarrangiata (ma non vi svelo quale per ora).

Suono assolutamente anni 80 e 90, dello scorso secolo, per quanto riguarda le chitarra e per le scelte vocali, spesso estremizzate ed esasperate verso l’alto quasi a ricordare il “Re Diamante”; batteria notevole per quanto riguarda il groove, ma con un suono un pochino troppo secco. Interessante che si possa sentire in modo chiaro e preciso il basso, sia per le sue dinamiche che per le variazioni che fa all’interno dei brani. Vi è un problema però che attanaglia tutto l’album: manca di post produzione. Par che il mixinge ed il mastering siano assenti nelle tracce proposte dalla band, o che siano stati fatti mixing e mastering troppo lievi per percepirne la variante all’interno dei brani e delle singole strumentazioni. Consiglio per il futuro: sarebbe meglio “esagerae” un pochino con la post produzione, oppure fare scelte differenti dato che, ripeto, o non son percettibili oppure non sono state fatte.

Sinceramente l’album si presenta in modo piuttosto carino, e la compattezza compositiva porta a dover dire che brani come l’openere e title track “Schizophrenia”, “Cutting blades” e “Never” possono essere le pietre migliari di questo album. Di certo un fan del metallo di primi anni 80 troverà rimandi a vecchie glorie e a grandi gruppi e di certo sapranno apprezzare a pieno il lavoro. Nota di colore la cover proposta a fine album ovvero “El Diablo”. Personalmente da vecchio fan dei Litfiba non ci sento un arrangiamento particolare, se non una batteria più “cattiva” ed alcuni acuti tipici da power metal ma per il resto si ripercorre quello che la canzone è: Un hard rock anthem.

Concludendo questa recensione: album dignitoso e con forti spunti per il futuro. Unica cosa che va migliorato in modo poderoso è la gestione del post prodotto e quindi mixing e mastering a seguire, se no il risultato sarà sempre e comunque un lavoro monco; ed in questo periodo non ci si può permettere di far lavori abbozzati dato che vi sono molte band del genere che vogliono a tutti i costi emergere. Questo il mio consiglio spassionato.  A voi cari lettori se siete amanti del metal dei primissimi anni 80 questo è un album che fa per voi.

 

Li trovate a questi link:
www.masterdomband.net
www.facebook.com/masterdomitaly

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