LÈPOKA – Bibere Vivere

by Alessio Varini
Lèpoka - Bibere Vivere

Terzo full length per la band folk/power metal spagnola Lèpoka, che con “Bibere Vivere” si dimostra uno dei gruppi più interessanti della scena tanto locale quanto europea.

Le radici del gruppo sono sicuramente da ricercare in gruppi quali i Mägo de Oz e i Korpiklaani, ma non si fanno problemi a fare propri i loro insegnamenti, accompagnandoci per poco più di 53 minuti tra taverne ed inni alla vita, al divertimento e all’amore, come ben specificato in “Yo Controlo“:

Se succede qualcosa di buono, devi festeggiare, se qualcosa di brutto chiama, dillo brindando. E se non succede niente, bevi perché qualcosa accada. La notte è buia, ma il sole sorge sempre.

Da un punto di vista pratico, i Lèpoka si dimostrano molto abili nel gestire la propria strumentazione, aiutati sicuramente anche da una produzione altrettanto all’altezza, capace di gestire al meglio tutti gli aspetti della registrazione, senza dare troppo risalto ad un ruolo rispetto ad un altro.

Detto della parte puramente metal, che si fonda sull’heavy e sul power con qualche raro interludio più core a spezzare i ritmi, la parte folk, basata su violini, flauti, fisarmonica e gaita, si ispira invece a tonalità celtiche e medioevali, come dimostrano le ballad “Ulls Verds“, che non può che richiamare alla mente la ben nota “Scarborough Fair“, nonché la title track che funge anche da degna closer dell’album.

Se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo lo si può trovare nel fatto che alcune canzoni di “Bibere Vivere” tendono a richiamarsi un po’ troppo, ma stranamente anche questo aspetto non risulta particolarmente pesante all’ascolto.

Diverse le collaborazioni presenti sul disco, tutte dal punto di vista vocale ad accompagnare la più che buona prestazione di Dani Nogués e rispondono ai nomi di Kai Somby (Intrigue) in “Ukon Laulu“, Raül Torralba in “El hechizo y la profecía (interludio)“, Rose Avalon dell’omonimo gruppo symphonic/power metal in “Ulls Verds” ed infine Alba Rico in “Nimue“, la Signora del Lago del ciclo arturiano magnificamente rappresentata anche sulla copertina dell’album.

In definitiva ci ritroviamo di fronte ad una produzione di ottima qualità, adatto a tutti gli amanti del folk metal di stampo celtico e delle serate in compagnia all’insegna del buon bere e della compagnia.

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