GLASS MIND – Dodecaedro

by Jacopo Silvestri

Dopo aver debuttato con “Haunting Regrets” nel 2011, i messicani Glass Mind hanno pubblicato la loro seconda fatica, “Dodecaedro“, per Rockshots Records.
La formazione propone un Progressive Metal che vede come peculiarità l’assenza delle parti vocali concentrandosi su composizioni totalmente strumentali, scelta particolare che permette al quartetto di offrire qualcosa di originale ma allo stesso tempo lo espone al rischio di risultare monotono e noioso, visto che la melodia del cantato aiuterebbe l’orecchiabilità delle composizioni.
Ma questo problema non tocca particolarmente il disco in questione, il cui ascolto scorre veloce e non annoia, grazie alla varietà proposta ma anche per la durata non eccessiva, che si avvicina ai 40 minuti.

A “Babel” è assegnato il compito di aprire l’album, e denota fin da subito influenze etniche particolari che colgono certamente di sorpresa, alle quali si uniscono man mano molteplici riff e una parte ritmica con continui cambi di tempo, per uno dei pezzi migliori tra quelli proposti.
A seguire “Caliente“, primo dei quattro intermezzi che si vanno a intervallare tra una traccia e l’altra. Proprio questi intervalli riescono a essere un elemento molto importante per il tutto, senza limitarsi a essere solo una transizione, nonostante la breve durata.
L’ascolto continua con le sue varie influenze, che si avvicinano al Jazz in certi casi, come in “Inside The Whale“, evitando di risultare scontante o prevedibili, con tutti gli strumenti che contribuiscono al buon risultato finale, sia dal punto di vista ritmico che per la parte solista, grazie anche a una buona qualità di registrazione.

L’unico aspetto negativo dell’album consiste nel suo effetto non immediato, infatti i primi ascolti risulteranno vagamente forzati e meno convincenti, ma con l’assimilazione della proposta, ci si abituerà all’intricata mentalità dei Glass Mind.
Dodecaedro” quindi è un buon disco che dimostra le capacità della formazione messicana e premia la loro attitudine a uscire dagli schemi, giustificandone il successo in patria e non, senza dubbio meritato.

Tracklist:
1. Babel
2. Caliente
3. Fu
4. Humedo
5. Inside The Whale
6. Frio
7. Detritus
8. Seco
9. Dodecaedro

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