FIRESPAWN – Abominate

by Riccardo Basso

I Firespawn sono giunti al traguardo del terzo album, che si intitola “Abominate” e arriva due anni dop “The Reprobate“. Il gruppo in questione non è composto da novellini, in quanto annovera tra le sue fila membri di Entombed A.D., Necrophobic e Unleashed; si può quindi immaginare quale sia la proposta musicale dei Nostri. Il disco gode di una produzione moderna che ben si adatta al suono della band svedese e ha inoltre un artwork molto bello e degno di nota. Passando al lato musicale, le ostilità vengono aperte dalla doppietta “The Gallows End” e “Death and Damnation” dove fin dalle prime battute si può notare un L.G. Petrov in grande spolvero; pezzi in questione sono due classici brani Death Metal che vanno dritti al punto senza troppi fronzoli. Dopo la title track troviamo “Heathen Blood“, canzone breve e aggressiva con un ritornello piccante che tutto sommato si lascia apprezzare. Discorso contrario per la successiva “The Great One“, poiché si tratta di un brano sulfureo dalle atmosfere cupe che strizza l’occhio al Death più estremo e al Black.  Per recensire questo “Abominate” ci si potrebbe fermare qui in quanto i pezzi che compongono l’album hanno più o meno tutti la stessa formula (escludendo la strumentale “Cold Void” che è un breve intermezzo); questo è forse il più grande pregio e anche il più grande difetto di questo disco. Per gli amanti del Death più classico e “ignorante” questo è senza dubbio un album da avere o per lo meno da ascoltare poiché, visti i nomi coinvolti, è difficile trovarsi davanti ad un brutto disco; pezzi come “The Hunter” o la già citata “Death and Damnation” reclamano headbanging e sangue. Dall’altro lato però, è anche vero che dischi così ne escono a palate nel corso dell’anno e “Abominate“, nonostante tutto, non ha le carte in regola per ergersi a caposaldo del Death Metal nel 2019. I Firespawn comunque sono il classico supergruppo che non deve dimostrare nulla e che trova la sua dimensione in sede live dove i Nostri possono sicuramente farsi valere. Se siete alla ricerca di un disco Death vecchia scuola con chitarre arroganti e doppia cassa ad elicottero, questo potrebbe essere il disco giusto per voi; se invece cercate qualcosa di più curato e variegato vi conviene passare oltre perché questo album rimanda ai tempi d’oro del Death Metal.

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