DECAPITATED – Anticult

by Tancredi Cassina

Oggi parliamo di una band dalla storia particolare, i DECAPITATED hanno avuto una lunga pausa al termine della quale hanno saputo tornare sulle scene con un disco ottimo (seppur molto sperimentale rispetto al passato della band polacca) come “Carnival Is Forever”, un disco “transitorio” come “Blood Mantra” che, pur essendo oggettivamente valido non mi ha preso al massimo e ora con “Anticult”, in uscita il 7/07/2017.

“Anticult” è il terzo lavoro dei polacchi dopo la ripresa ed è un graditissimo ritorno al passato, circa quaranta minuti di attacco sonoro degno delle perle del passato. Vogg e compagni hanno concentrato in questo lavoro tutta la cattiveria e la furia che hanno latitato nelle ultime due release: “Anticult” è come un’esplosione di rabbia, riff e pattern ritmici sembrano estrapolati da “The Negation” e “Organic Hallucinosis” e la vena sperimentale ridotta all’osso (caratteristica vincente che a mio parere contraddistingue la band) torna ad esser appena percettibile, senza distogliere l’attenzione dalla reale priorità: la cattiveria.

Gli unici momenti di tregua, come ad esempio l’intro e l’outro del singolo Never, sono costruiti in modo tale da dare una dinamica al disco e accentuare i picchi di violenza messi in scena dal quartetto polacco. Quindi, se il primo singolo vi ha turbato, potete stare tranquilli: è com’è un’oasi in un deserto fatto di riff esagerati ed assetati di sangue. L’andazzo è decisamente poco sereno e calmo, esattamente quello che ci aspettavamo tutti da un band del calibro dei Decapitated.

In definitiva, può “Anticult” esser definito un album epocale? La risposta è “dipende”. Arrivare al livello raggiunto dai Nostri nel fiore dei loro anni, prima del tragico incidente che ci ha privato di una delle formazioni più genuine e capaci della storia del Death Metal, è sicuramente difficile, se non impossibile. Definirlo epocale perché è una sorta di nuovo inizio, invece, è legittimo.
Le influenze portate dal cambio di formazione e dal tempo, sono abbastanza evidenti, ma con questo lavoro hanno espresso in maniera distinta ed efficace la volontà di tornare più dritti al punto, più diretti, più coerenti con il retaggio che una band simile ha costruito.

Prima di concludere vorrei parlare di quello che al di là della musica, è un elemento che rende questo un capolavoro: la produzione. Negli anni abbiamo sentito tanti dischi belli, tanti dischi prodotti bene e tanti altri prodotti male, l’ultima release dei DECAPITATED finisce invece sotto la categoria “INCREDIBILE”. La cura, il dettaglio, l’esecuzione e il modo di far funzionare l’intera amalgama è qualcosa di esemplare, un lavoro eccelso che andrebbe premiato a sè, ennesima eccelsa prova dell’immenso Daniel Bergstrand, uomo che non necessita di introduzione in quanto punta di diamante della produzione di musica estrema.

Siamo arrivati in fondo, sto ancora ghignando per la ferocia dei riff di Vogg e per la continua aggressione che proviene da questo disco e non posso far altro che consigliarvelo.

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