DARKTHRONE – Arctic Thunder

by Sara Tracogna

Dopo le esilaranti novità sulla carriera politica di Fenriz e della sua gatta, è tempo di parlare del sedicesimo (!) album del duo norvegese delle black-meraviglie, i DARKTHRONE. Il nostro semi-assessore preferito e il suo fedele compare Nocturno Culto tornano sulla scena del crimine con Arctic Thunder. Il titolo del disco è un emblema della cultura musicale pazzesca di Fenriz: si tratta, infatti, del nome di un’ignota band norvegese degli anni ’80. Anche l’artwork proviene dall’archivio personale del Nostro, consistendo in una foto scattata in campeggio a Spålsberget. Ed è proprio da questo particolare che vorremmo partire: la copertina ci riporta ai Darkthrone classici, con una skyline crepuscolare a far da cornice ad una natura oscura, illuminata da un falò quasi pagano. Ai nostalgici ciò non può non solleticare ricordi dei megaclassici Under a Funeral Moon e Panzerfaust, caricando il nuovo arrivato di aspettative altissime. Non deluse.

Ritengo piuttosto inutile fare un’analisi track-by-track di Arctic Thunder, perché, pur non trattandosi assolutamente di un concept album, appare come un’opera dalle atmosfere particolari e definite alla grande. I Nostri ci hanno abituati a ‘sperimentazioni all’indietro’ con i loro ultimi lavori, andando ad attingere ai pozzi migliori degli anni ’80 ed elaborandoli con classe e personalità. Troviamo il blackened heavy metal degli ultimi album, ma anche riff classicamente thrash e death, un pizzico di crust furioso e abbondanti manciate della pece più black e, se questo non bastasse, qualche sorpresina doom. Il tutto è lasciato alla voce esclusiva di Nocturno Culto, scelta che fa versare una lacrimuccia di nostalgia ma che contribuisce ad una straordinaria capacità coesiva. Alcune canzoni che meritano di essere menzionate sono il singolo anticipatore Tundra Leech, il punk nero di Burial Bliss, Inbred Vermin tanto cruda da essere al sangue, la spietata title-track Arctic Thunder dagli ’80 con furore, Celtic ‘The Wyoming Distance’ Frost.

Secondo il nostro umilissimo punto di vista, questo è il miglior album della band dopo Panzerfaust. Certo, negli ultimi vent’anni i Nostri non hanno fatto assolutamente mancare lavori di ottima qualità, ma Arctic Thunder ha quel qualcosina in più che lo rende irresistibile. Dentro c’è tutto, TUTTO ciò che un fanatico della musica più oscura possa desiderare.

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