COLONNELLI – Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

by Alessandro Schumperlin

Quando decidi di fare Thrash hai fatto una scelta di campo ben precisa, nel momento in cui decidi anche di cantar in italiano la faccenda si complica ma è chiara e ben definita.
Colonnelli ha/hanno (il doppio verbo perché Leonardo, la mente della band, fa di cognome Colonnelli come la band) fatto questa scelta, Thrash Metal in italiano. Come se non bastasse il titolo è oltremodo altisonante “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è il titolo di una poesia di Cesare Pavese e va ammesso che la band di fatto crea con le proprie canzoni delle poesie interessanti. Ma andiamo per gradi, facciamo un minimo di storia della band:i Colonnelli si formano nel 2012 nella provincia di Grosseto, e con una formazione che vede come unico elemento stabile il Cantante/Chitarrista Leo Colonnelli, auto producono il loro primo EP ” Circo Massacro”. Il disco, che unisce sonorità riconducibili al thrash metal ,viene unito al cantato in Italiano, creando un sound molto lontano dal genere a cui fanno riferimento. Nel 2013 decidono di firmare con la Resisto Distribuzione, casa discografica di Ferrara, con la quale producono due singoli, “Masticacuore” e “Combustione Interna”. Entrambi i singoli si piazzano nelle classifiche del M.E.I. / Indie Music Like dei brani più trasmessi dalle radio indipendenti Italiane rimanendoci per diverse settimane. Nel frattempo il trio Grossetano si fa notare suonando spesso nel loro territorio, grazie ad esibizioni live molto energiche. A fine 2014 la band inizia a preparare il loro esordio dal titolo “Verrà la Morte e avrà i Tuoi Occhi”. Ma come spesso accade nelle band vi sono dei cambi di composizione, quindi la formazione si  cambiando formazione definitivamente e avvalendosi degli ottimi Bernardo Grillo alla Batteria, e Andrea Deckard al Basso.

Compositivamente parlando la band fa un buon lavoro, strutture compatte, arrangiamenti interessanti e un occhio al mixaggio e post produzione di impatto moderno. I ritornelli restano in testa già al primo ascolto e le melodiee assalgono l’ascoltatore obbligandolo a memorizzarle.
Unica cosa che stona in modo massicio: il rullante. Secco, metallico quasi a sembrare un bidone di metallo o peggio una pentola. Capisco il rimando alle vecchie glorie del Thrash europeo, nello specifico ul thrash teutonico di fine anni ’80 e ’90, ma se persino quelle band hanno lasciato quel suono di rullante un motivo ci sarà.
Il fatto è che non è chiaro se è una scelta pesata oppure una svista, il risultato è che in ogni caso risulta invasiva come scelta.

Per il resto chitarre taglienti e mai scontate, il basso che riempie e da groove in modo ottimale e la batteria, rullante escluso, con un tiro devastante e la dolcezza di uno schiacciasassi.
Di fatto gli undici brani che compongono questo “Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi” sono una buonissima espressione di come si può fare thrash, e metal in generale, di qulità cantandolo in italiano. Certo, come spesso accade la scelta del cantato in italiano ci saranno delle “penalizzazioni” con l’estero, ma non si può mai sapere di una nuova era del metal italiano come quello della prima metà degli anni ’90.

Volendo trovare delle canzoni che possano esser più significative di altre si potrebbe tranquillamente indicare, in ordine rigorosamente sparso: “Magnitudo dieci”, “Il boccone amaro”, “Masticacuore”, “Ero vestito di nero”, “Apprendista suicida”.  Concludendo questa nostra recensione: “Buona la prima” come si dice durante le riprese. Unica accortezza per il futuro rivedere il suono del rullante.

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