BLACKFINGER – When Colors Fade Away

by Luca Gazzola

I Blackfinger sono un gruppo americano, a cavallo tra Chicago e Pittsburgh, nato nel 2012 per iniziativa del cantante Eric Wagner, veterano dei The Skull e dei Trouble, a cui si è aggiunto il chitarrista Terry Weston (Dream Death, Penance, Doomwatch), completando la formazione con Matthew Cross al basso, David Snyder alla batteria e Matthew Tuite alla chitarra. L’esordio è avvenuto nel 2014 con un album omonimo, e dopo tre anni è il turno di quest’album. È composto da nove pezzi di una durata variabile dai tre minuti e mezzo ai sei scarsi, per una durata complessiva di 38:45 minuti. Un album piuttosto breve visto che si tratta di Doom Metal, ma non ci troviamo di fronte all’evoluzione anni ’90 e 2000 bensì di quello iniziale, maturato negli anni ’80 di cui i più famosi esecutori sono stati i Black Sabbath, dei quali si percepisce l’influenza in alcuni pezzi. Si tratta di Hard Rock anni ’80 modificato in modo da essere più tranquillo e cupo, ma sostanzialmente si tratta di quello, con influenze di rock psichedelico in alcuni riff e di Heavy Metal per quanto riguarda i suoni e le ritmiche. Le registrazioni sono buone, nel mixaggio sono purtroppo presenti un paio di buchi, come ad esempio all’inizio di “All My Sorrow“.

Tra le canzoni rilevanti:

  • When Colors Fade Away“: primo pezzo dell’album. Inizio lento puramente doom, per poi seguire con un riff tipicamente rock ma rallentato. Le chitarre in alcune parti sono distorte in modo da avere dei suoni psichedelici, ma è una componente ridotta. Pone inoltre una pietra sopra l’album precedente come genere, senza però rinunciare allo stile che caratterizza la band.
  • Can I Get a Witness“: seconda canzone. Si tratta di uno dei pezzi più brevi dell’album, solo tre minuti e mezzo, ma è piuttosto intenso, soprattutto nel ritornello. Intervalla con regolarità parti pesanti di chitarra e riff leggeri di solo basso. A completare l’opera c’è un assolo tipicamente rock.
  • Till We Meet Again“: nono pezzo dell’album. Qui si percepisce la componente Heavy Metal in maniera molto netta rispetto ad altre canzoni, oltre al fatto che nonostante sia lunga solo tre minuti e venti riesce a dare risalto a chitarre, basso e voce in parti diverse della canzone: le chitarre all’inizio, il basso nell’intermezzo e la voce nei riff.

Rispetto all’album precedente, i Blackfinger hanno ridotto la componente rock che rimane comunque preponderante rispetto alle altre influenze e che nell’album di debutto occupava quasi tutto il tempo a disposizione. Salvo qualche errore di mixaggio, è un album relativamente breve ma molto vario, rimanendo nello stile e nelle influenze accennate sopra quali rock, metal e doom con  un pizzico di psichedelia. Visti i protagonisti, non si poteva rimanere delusi.

Donation for Author

Buy author a coffee

You may also like

Utilizziamo i cookie per personalizzare contenuti ed annunci, per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Condividiamo inoltre informazioni sul modo in cui utilizza il nostro sito con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che ha fornito loro o che hanno raccolto dal suo utilizzo dei loro servizi Accetta Continua a Leggere