ASHBRINGER – Yūgen

by Metalpit.it Staff

La Musica. Come medicina, consolazione, come panacèa universale che cura il nostro cuore e la nostra anima, come un chermes che guarisce e prolunga la vita indefinitamente..
Un fantastico viaggio attraverso il dolore, la malinconia e disperazione è questo Yūgen, secondo album degli ASHBRINGER, band statunitense del Minnesota guidata dal mastermind Nick Stanger, formatasi solo 3 anni fa e già lanciata verso un futuro più che roseo.

La produzione è stellare, così come l’artwork dell’artista Tryfar, i testi bellissimi, incentrati sulla natura, la desolazione e la sofferenza, ma non depressivi.
Album sorprendente, assolutamente una delle migliori uscite Atmospheric Black Metal di quest’anno: energico, meno cupo e doloroso di quanto ci abbia abituati questo genere musicale, mi ha suscitato le stesse emozioni e sensazioni di una band che è nel mio cuore da tempo: gli Agalloch.
Riff epici, un’esplosione di eclettismo artistico stupefacente, geniale, che non tralascia nulla e porta l’ascoltatore dapprima in mezzo ad un oceano in tempesta, poi ai piedi di una cascata nordica, in una foresta innevata, poi ai bordi di un geyser dove ci si aspetta da un momento all’altro l’esplosione, che ci lascia attoniti.

Apre la splendida Solstace, con un intermezzo di chitarra acustica che ricorda molto i primi lavori di Mike Oldfield, poi la seconda traccia Oceans Apart ti prende per mano per condurti definitivamente dentro questo viaggio, che ha per tappa le fredde foreste e laghi del Minnesota e dell’Oregon con Lakeside Meditation, per poi farci riposare con la splendida In Remembrance.

Un turbinio di emozioni arrivano dalla meravigliosa title track Yūgen, con l’apporto dell’ angelica voce di Elizabeth Redding, ammaliante e limpida, che porta la mente a resettare ogni pensiero; per iniziare un viaggio quasi mistico, come si stesse navigando il fiume Anduin e ci trovassimo davanti, imponenti e rassicuranti, Isildur e Anàrion, gli Argonath. Paesaggi indimenticabili, pieni di colori, natura, selvaggi, sferzati dal vento e dalla forza della natura.

Celestial Infancy è struggente, potente, siderale, di sconfinata bellezza, quasi psichedelica.
E mi sono sentita sull’orlo delle scogliere di Mohèr, nella mia amata Irlanda, mentre ascoltavo la meravigliosa Glowing Embers, Dying Fire, la traccia che va a chiudere l’album.

Yūgen è una parola giapponese usata per spiegare il profondo, misterioso senso di bellezza dell’universo, la triste sofferenza umana e questo album dimostra che, nonostante tutti i problemi che affrontiamo ogni giorno, ci sono artisti che attraverso la musica ci fanno realmente sentire di nuovo vivi e umani, dopo aver scoperto l’incredibile bellezza intessuta in questi brani. Ed è la musica, che può aiutare a salvarci…

Yūgen è vera e propria opera d’arte, che esplora ogni angolo dell’ Atmospheric Black Metal e gli ASHBRINGER sono riusciti ad esplorare senza limiti, pur mantenendo una incredibile maturità, senza compromettere la semplicità del songwriting.
Album da avere e conservare gelosamente, da ascoltare, riascoltare, cullandoci tra emozioni e suoni da brividi.

La montagna è ripida, il percorso è impervio, la foresta è fitta, il vento è freddo e il viaggio è mozzafiato…

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