APPICE – Sinister

by Matteo Avola

Per fare buona musica ci vuole un buon ritmo e per avere un buon ritmo ci vuole una batteria. E per la batteria ci vuole un buon batterista che sappia suonarla e sprigionare tutta la sua potenza. Il mondo della musica è costellato di icone senza tempo che hanno fatto sfoggio della loro maestria dietro le pelli. John Bonham, Bill Ward, Mike Portnoy, Dave Grohl, Nicko McBrain e tanti altri ancora. Oggi vi voglio parlare di due batteristi in particolare. Italo-americani, fratelli. L’uno con uno stile diverso dall’altro, ma entrambi eccezionali. Sto parlando di Vinny e Carmine Appice. Nati a fine anni ’40 e ’50, fecero entrambi la storia entrando a far parte di gruppi leggendari. Carmine entrò nei Vanilla Fudge nel 1967. Nel 1970, sciogliendosi il gruppo, forma i Cactus. Tanti sono gli artisti con cui ha collaborato con il passare degli anni: Pink Floyd, Ted Nugent e Rod Stewart per esempio. Per quanto riguarda Vinny invece, ebbe un notevole successo militando negli anni ottanta nei Black Sabbath e nei DIO. In tempi recenti ha intrapreso vari progetti musicali, tra cui una cover band, un supergruppo e una partecipazione nel 2013 in “R-Evolution” con il gruppo musicale Martiria.

Ora i due hanno deciso di unire le forze per creare un album proprio in cui possano dare maggior rilievo ai propri nomi. Per mettere a frutto l’idea sono stati chiamati a raccolta alcuni pezzi da novanta che hanno militato in famose band. Cinque cantanti, sei chitarristi e quattro bassisti! Tanto per fare qualche nome tra le fila troviamo: Paul Shortino (ex- Quiet Riot), Craig Goldy (ex-DIO), Bumblefoot (ex-Guns N’ Roses), Phil Soussan (ex-Ozzy Osbourne) e Johnny Rod (ex-W.A.S.P.). Un po’ d’olio di gomito, una buona dose di volontà, qualche idea scritta su un foglio di carta ed ecco venire alla luce “Sinister”. Alcuni dei brani si presentano a tratti synth e a tratti hard-rock, per passare ad un classico Heavy Metal da libri di storia e un proto-doom con riff lenti e pesanti. Traccia che eccelle fra tutte è sicuramente il singolo “Monsters and Heroes”, un omaggio a una pietra miliare, un uomo che ha fatto la storia della musica, un’icona immortale del genere: Ronnie James Dio. Una particolare attenzione va anche alla terza traccia, “Killing Floor” che presenta dei buoni riff di chitarra somiglianti a “Black Dog” dei Led Zeppelin. Consiglio anche di prestare attenzione a “Drum Wars”: un assolo di batteria da quattro minuti con delle chitarre d’accompagnamento. Un brano carico di pura energia! Fa anche capolino un medley dei Black Sabbath, “Sabbath Mash”. Un po’ come fecero i Candlemass nel 1988 in “Ancient Dreams”. Una tripletta dei brani più famosi dei Sabbath: “Iron Man”, “War Pigs” e “Paranoid”, con l’aggiunta di un assolo di tastiere a metà brano! Piccolo spazio anche per Carmine con “Riot” dei Blue Murder, band dove militò per un po’ di tempo.

In conclusione, “Sinister” è un album nato per omaggiare gli amici scomparsi e i bei tempi andati. Non eccelso come i passati lavori dei due fratelli, nonostante tutto mostra una chiara ed evidente esperienza e uno stile qualitativo basato sulla ricercatezza dell’originalità sonora, un marchio che non si può emulare, ma che può solo ispirare generazioni di futuri musicisti i quali non possono voltare le spalle al passato e alle origini del vero HEAVY!

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