17 CRASH – READING YOUR DIRTY MINDS

Il gruppo livornese con il loro amore per il Glam rock anni 80 è tutto racchiuso in questo primo album prodotto dalla losangelina Demon Doll Records la stessa dei Jet Boy, Tuff, Jailhouse, e i nostrani Cream Pie. Così, giusto per capire il calibro della band!
La prima traccia Plastic Rocker inizia con una risata di Ros che lascia intendere cosa può accadere nell’ascoltare ciò che ne segue cioè un turbinio di puro rock, questi musicisti di rock non hanno nulla di plastico, sono vivi e freschi nelle sonorità.
Let Me live Your Rock N’ Roll è una bella scossa, esprime una sonorità sleazy con la voce di Ros che mi ricorda moltissimo il buon Axl Rose dei tempi d’oro, pura energia allo stato brado.
Yelling To The Sky, ritmi scanzonati, un pezzo divertente ed orecchiabile, dove può arrivare la voce di Ros, credo in pochi potrebbero.
Tattoo Girl il suono della macchinetta per tatuaggi come intro, i riff di chitarra e si parte per un altro giro nel loro mondo improntato sul rock puro dove non si può non notare il virtuosismo di Steve “Poison” alla chitarra.
Journey To Nowhere è letteralmente un viaggio, forse mentale, indietro nel tempo, quando lo street rock la faceva da padrone nel panorama musicale ed i 17 Crash riescono a rinfrescare lo stile con tanta bravura ed autoironia, cori e l’esibizionistico Phil Hill alla batteria arricchiscono questo pezzo.
Dirty Room una porta che si apre nella camera in cui troviamo la band a divertirsi, la voce di Ros riesce a catalizzare l’ascolto, me l’immagino in questa stanza piena di sonorità in cui ognuno mette a repentaglio il proprio strumento, incendiandoli con un crescendo di note.
Respect non amo in particolar modo le ballads in generale, lo ripeterò fino allo stremo, questa però è diversa dalle solite canzoni sdolcinate, molto trascinante nella sonorità ed in un album simile, un pezzo tranquillo ci sta anzi, non poteva proprio mancare per tener fede al genere!
Jack N Cock una delle mie preferite dell’album, è un pezzo rock’n’sex molto trascinante, pochi fronzoli e molta attitudine senza ritegno; è decisamente accattivante, da ballare assolutamente ad un loro concerto.
Take The Number ha l’intro di Phil, semplice e diretto a cui s’innestano gli strumenti del gruppo, un ritornello facile ed incisivo. Un altro giro di giostra nel loro universo pieno di sfumature allegre.
In My Parents’ House ragazzi questo è un mix tra punk e glam rock che piace a me! Nessun compromesso, riff e batteria a go-go, la voce avvolgente che trascina in questa scanzonata interpretazione degna di una band americana. Gli applausi al termine della canzone? Meritatissimi.
Tutto il mio rispetto per i 17 Crash, un album ricco di creatività, molto interessante. Questa è dedizione e divertimento a tutto tondo. Glitter, trucco e sound accattivante, come non ne ascoltavo da tempo, sono grandi! Dico sempre che i miei eroi non hanno un mantello ma vestono lustrini e make up, se questi ragazzi continuano così li includerò nella mia lista personale.

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