A breve distanza dalla release del loro ultimo lavoro, l’EP “Pesta” uscito nel novembre 2020, i norvegesi Mork tornano vigorosamente nella scena black con il loro quinto full-length, “Katedralen”, pubblicato per la Peaceville il 5 marzo.
Con quest’ultimo album, la band capitanata e rappresentata da Thomas Eriksen non si allontana sensibilmente dai primordi del black metal, ma mantiene una stretta connessione con i toni cupi e le sonorità old school, che costituiscono il loro tratto distintivo e li rendono apprezzabili sia dagli amanti del black metal delle origini, sia da chi predilige un sound più moderno e avanguardistico. “Katedralen” è la produzione più compiuta ed evoluta di Mork fino ad ora, che si spinge verso nuove frontiere creative con un approccio più dinamico alla composizione e un senso di ampiezza esteso ai riff e alle melodie; come dichiara Eriksen, il risultato è un autentico lavoro personale di intensa catarsi spirituale, e la strada che ha percorso dal primo album fino a questo momento è stata necessaria per l’artista al fine di trovare se stesso e il significato di Mork. “L’album ha tutto ciò che vorrei in un album”, prosegue Eriksen, “grooves, toni duri, tristezza, grandiosità, bellezza e potere. Nessuna regola, se non quella di rispondere a ciò che viene fuori dalla mia mente e dalla mia anima durante la creazione”.
Valore aggiunto all’album è la collaborazione significativa con Nocturno Culto dei Darkthrone, capostipiti del black metal norvegese, Dolk dei Kampfar e Eero Pöyri degli Skepticism, band affermate e riconosciute a livello mondiale.
L’artista spiega anche come questo album sintetizzi e concretizzi in maniera compiuta un concetto – mentale, estetico e visivo – che accompagna il corso della sua produzione, ovvero l’immagine di un’enorme cattedrale che si staglia nel mezzo di una vasta landa desolata, fredda e inabitata, e nella quale sono racchiuse per l’eternità le anime dei morti. Un immaginario molto cupo, freddo e ostile, che richiama alla mente i paesaggi scandinavi e le sagome frastagliate e inquietanti delle cattedrali gotiche, evocato dalla breve intro orchestrale che apre il primo brano dell’album, “Dødsmarsjen”, un pezzo promettente, intenso e potente. Nel secondo brano, “Svartmalt”, lavora gomito a gomito con Nocturno Culto, e il risultato è una traccia breve ma energica e brutale, che rapisce e colpisce con violenza l’ascoltatore – una delle meglio riuscite dell’album, a mio avviso. A seguire, il singolo “Arv”, primo brano di “Katedralen” rilasciato dalla band, caratterizzato da riff martellanti e tonalità più melodiche e tragiche nel ritornello.
I pezzi successivi, “Evig Intens Smerte” e “Det Siste Gode I Meg”, si mantengono sullo stesso livello dei precedenti, carichi, cupi, intensi, con sonorità doom e profonde, maggiormente amplificate da un cantato molto empatico. Di rimarcabile livello anche “Født Til Å Herske”, scritta in collaborazione con Dolk, un pezzo molto orecchiabile dalle sonorità black old school, con blast beats e riff potenti e reiterati e parti rallentate dal tono più drammatico. Seguono le ultime due tracce, “Lysbaereren” e “De Fortapte Sjelers Katedral”, un brano squisito di nove minuti che chiude l’album e sintetizza i caratteri musicali ed estetici dell’intero lavoro, ricco di influenze e rimandi al funeral doom soprattutto nella sua parte finale, che si conclude con una melodia ad organo.
Dal punto di vista musicale e stilistico, “Katedralen” non presenta novità sensazionali, ma rispecchia la produzione precedente dei Mork e la loro vocazione al black metal delle origini, classico, puro e di vecchio stampo. È, in ogni caso, un lavoro di ottima qualità, piacevole da ascoltare, al medesimo livello degli album precedenti, e conferma la bravura e il nome della band norvegese a livello europeo e internazionale.
Tracklist:
1. Dødsmarsjen
2. Svartmalt
3. Arv
4. Evig Intens Smerte
5. Det Siste Gote I Meg
6. Født Til Å Herske
7. Lysbaereren
8. De Fortapte Sjelers Katedralen