Tra i vari dischi usciti in questo 2019, “Age of Excuse” è a mani basse una delle produzioni più attese nel panorama metal. I Mgła, nei loro primi tre album, hanno effettuato una crescita progressiva che li ha portati a essere tra i nomi più discussi della scena black metal internazionale, raggiungendo con “Exercises in Futility” livelli ammirevoli. Raggiunta questa posizione in pianta stabile tra i migliori esponenti della scena, i polacchi son chiamati a replicare il predecessore di questa nuova fatica. Chiaramente, chiedere ai Nostri di ripetere gli stessi risultati e rilasciare un nuovo capolavoro potrebbe risultare eccessivo, ma viste le loro capacità, questa è un’ipotesi da non escludere.
La prima delle sei parti che vanno a comporre il disco chiarisce le idee immediatamente. M. e Darkside hanno ripreso esattamente da dove si erano fermati nel 2015, con riff taglienti e glaciali, un drumming impeccabile e testi che vanno a rafforzare le ottimi impressioni fornite dalla parte strumentale. Difatti, una delle caratteristiche che ha aiutato i Nostri a raggiungere i traguardi che possono vantare sono sicuramente i testi; profondi, ragionati e inseriti alla perfezione in un contesto che valorizza ancor di più la visione nichilista che si vuole esprimere.
L’intreccio formato da arpeggi, ritmiche cadenzate che salgono in cattedra talvolta e riff in tremolo picking regna indiscusso per tutta la durata di quaranta minuti abbondanti, con un accenno di melodia che si fa sentire in determinati passaggi.
I Mgła rappresentano il black metal nella sua essenza, o almeno, identificano ciò che il genere vuole trasmettere con una semplicità quasi disarmante. Ci son lavori che hanno fatto la storia dello stile, ma che sono apprezzati a pieno solo da coloro che sono veramente devoti a certe sonorità. I due polacchi riescono nello stesso intento facendosi ascoltare da un pubblico decisamente più ampio, mettendo d’accordo tutti, venendo sicuramente aiutati da un approccio meno di nicchia, o almeno nell’apparenza. Infatti, per quanto possano essere relativamente orecchiabili le loro composizioni, riescono a mantenere un’immagine underground senza la quale non sarebbero loro.
Per quanto riguarda le canzoni sono tutte di qualità considerevole, e su questo non ci sono dubbi. Personalmente, noto un costante aumento di qualità che rende la seconda metà del lavoro leggermente superiore, ma tutte le opinioni sui singoli pezzi sono completamente soggettive. Non c’è nessun brano definibile “migliore” rispetto a un altro in modo oggettivo, si parla di gusti personali. Questo è un altro pregio di un disco che dalla prima all’ultima nota segue lo stesso filo conduttore senza mai calare o innalzare drasticamente la propria qualità.
Tirando le somme, possiamo affermare con certezza che il tocco dei Mgła è rimasto immutato anche in questo loro nuovo lavoro. Non siamo di fronte al capolavoro, come è stato il già citato “Exercises in Futility”, ma stiamo comunque parlando di un album che nella scena attuale è tra i migliori in circolazione. Quindi, amanti del black metal gelido e impregnato d’odio, avete pane per i vostri denti.