Nato nel 2012, BLACKEST è il progetto di Bryan Arant, polistrumentista esperto della scena underground americana, specialmente come batterista, e Andreas Westholm, conosciuto come Seid, il quale si occupa delle parti vocali.
“Dawning of the Black” è il disco di debutto della band: inizialmente le registrazioni erano cominciate nel giugno del 2012 ma, visti i tempi molto dilatati, i Nostri hanno deciso di rilasciare prima due brani presenti nell’album sottoforma di singoli, “As The Sun Sets” e “Mortal Curse”, per poi pubblicare ufficialmente l’album.
Il disco si apre con un’atmosfera velata creata dai sintetizzatori, alla quale si aggiunge una progressiva ascensione dove entrano in gioco gli strumenti, molto coinvolgente ma tirata un po’ troppo per le lunghe, che sfocia nella successiva “Mortal Curse“, la quale travolge l’ascoltatore con la sua potenza.
Il suddetto pezzo fa capire in pochi secondi il genere prediletto dalla band, un Black Metal di stampo moderno molto diretto, anche se la varietà del disco non è indifferente: nelle due seguenti composizioni, infatti, si notano influenze Doom non da poco, che quando prevalgono troppo abbassano il livello dell’elaborato, in quanto pur essendo apprezzabili si distaccano troppo da ciò che ci si aspetta.
La seguente “Remembrance” è senza ombra di dubbio il brano più originale e curioso: si apre con un’introduzione in organo, per liberarsi in un susseguirsi di riff in tremolo picking, mai banali, che vengono ripresi per tutta la canzone ad esclusione dell’intermezzo in chitarra pulita, formando una strumentale da undici minuti degna di nota.
A chiudere il disco ci pensa “The Rise of Ashes“, pezzo che riprende prevalentemente il genere portante, quel già citato Black Metal diretto e distruttivo, aggiungendo anch’esso influenze Doom che in questo caso non risultano esagerate.
“Dawning of the Black” è debutto discreto, che mostra i suoi alti e bassi ma che si fa apprezzare lo stesso, proponendo spunti positivi per il futuro del gruppo ed altrettanti sfavorevoli, che comunque non si dimostrano troppo gravi.
BLACKEST – Dawning of the Black
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