L’ottobre del 2016 vede l’uscita di The End Is Near, primo album della band svedese Across The Burning Sky, nata nel 2014 e che comprende tra le sue fila membri presenti nello scenario musicale da circa vent’anni ma che hanno scelto di mantenersi anonimi, seguendo lo slogan “It’s not about the people, it’s about music”. Le tracce presentano uno spiccato carattere melodic death metal anni ’90 e qua e là si può forse indovinare qualche influenza black metal; hanno sonorità abbastanza semplici ma efficaci e d’impatto, con parti melodiche di chitarra incisive e che insieme ad un’intensa presenza della batteria accompagnano una voce forse un po’ troppo statica. Questa carenza di varietà si ritrova non solo nella parte vocale ma riguarda più o meno il carattere musicale generale. Passando da un brano all’altro si ha l’impressione che il tutto abbia un carattere un po’ piatto, probabilmente anche a causa della breve durata media delle canzoni; qualche secondo in più e, perché no, l’aggiunta di assoli anche leggermente articolati avrebbero sicuramente dato quel tocco in più che sicuramente non avrebbe guastato. Spicca forse maggiormente tra tutte la sesta traccia, The Fourth Deadly Sin, che presenta una maggior varietà musicale rispetto alle altre e sonorità che si rifanno al death metal melodico più moderno. Un buon lavoro invece sia per quanto riguarda i due pezzi strumentali che fanno da intro e outro scritti dal compositore americano Darren Curtis, sia per la produzione affidata al tedesco Peter “Pluto” Neuber.
Lo stile generale è quindi semplice e grezzo ma decisamente apprezzabile dagli amanti del genere, anche se forse data la ventennale esperienza dei componenti della band ci si sarebbe aspettato qualcosa di meno condensato ed in grado di mostrarne al meglio le capacità.