SERGIO PAGNACCO – “Con il DR. SCHAFAUSEN desideravo esternare il mio sound caotico e angosciante”

by Federico Siccardo

In occasione dell’uscita del nuovo album “Waiting for Tomorrow”, abbiamo avuto l’immenso piacere di intervistare Sergio Pagnacco, docente universitario noto per essere il bassista, leader e fondatore dell’heavy metal band savonese VANEXA, oltre che per aver suonato nella formazione dei Labyrinth dal 2009 al 2016.
Dopo aver suonato anche di spalla a gruppi come Saxon, Ozzy Osbourne, Megadeth, Iron Maiden e Motorhead, oggi Sergio debutta con un nuovo moniker e una nuova identità: oggi Sergio è il DR. SCHAFAUSEN.
Buona lettura metalhead!

Ciao Sergio (o forse dovrei chiamarti Dr. Schafausen?), benvenuto su Metalpit! Come stai?
Purtroppo non è un periodo fortunato ma sto comunque provando ad uscirne, essere risucchiati da un loop tossico, visto il periodo, risulta essere più facile.

Come è nata l’idea del progetto Dr. Schafausen e in particolare del primo album “Waiting for Tomorrow”?
E’ un’idea a cui ci pensavo da parecchio tempo, e il periodo del lockdown mi ha dato il tempo e la spinta per definire il progetto. Mi piace comunicare il più possibile, e questa è stata un occasione per farlo.

Parlaci del concept del debut album!
E’ un album impegnato e come tale ti costringo ad ascoltarlo con attenzione. Esistono autori che esigono un impegno da parte di coloro che dovranno ascoltare il proprio lavoro ed io sono fra quelli.
Mi sono impegnato a concepirlo e quindi pretendo un impegno da parte tua ad ascoltarlo. Non m piacciono i futili motivi per non impegnarti ad ascoltare un brano (di qualunque genere sia), se non hai voglia o tempo passa ad altro che è meglio. Ho vissuto l’emergenza sanitaria in modo invasiva e la mia parte artistica da musicista ha sentito il bisogno di esternarla con un disco. Il disco quindi ha sonorità angoscianti e claustrofobiche come alcuni sentimenti che ho provato.

Perchè il Dr. Schafausen è da considerarsi un autore distopico? Che cos’è il dystopic metal?
Un giornalista inglese dopo aver colto in pieno quello che desideravo esternare con il mio sound caotico e angosciante, lo ha definito dystopic metal. Quindi a volte cercano di etichettare Dr. Schafausen tra il nu-metal, djent e metalcore, ma non sono i generi appropriati. Io comunque sono lusingato che qualcuno abbia coniato un termine innovativo per descrivere il mio sound.

Quali sono le tue maggiori influenze musicali?
Io ho sempre ascoltato musica, nel ’79 in diretta con l’inghilterra suonavo metal con i Vanexa. Quindi, non è facile per me capire quale possano essere le mie influenze, dopo una marea di anni da asoltatore il mio bagaglio musicale è capiente ed è passato da parecchi movimenti musicali. Amo band new wave punk degli anni 70 come Stranglers e The Cure, metal anni ’80 come Judas, Saxon, Motorhead e Tank, quando è uscito il grunge l’ho seguito attentamente come quando è uscito lo Stoner. Ora ascolto spesso gli Erra, Architects e Tesseract.

Parliamo ora di Sergio Pagnacco: hai suonato da spalla a molti gruppi importantissimi a livello mondiale. Quali sono I concerti che ti rimarranno per sempre nel cuore?
I concerti che ricordo con affetto sono tutti associati ad episodi indimenticabili che spesso richiamano i valori dell’amicizia. Preferisco a volte ricordare qualche concerto in un centro sociale sperduto nella campagna tedesca anzichè quello davanti a migliaia di persone. Non mi interessa vantarmi di aver suonato con band fotoniche se poi sul palco sono con uno stronzo. Io mi ritengo fortunato non di aver suonato con musicisti preparati ma di aver suonato con degli amici leali. Il campo musicale è fatto da persone che amano stare su un palco quindi spesso egocentrici e vanitosi, l’invidia regna sovrana. Quando trovi un amico con cui condividere un palco devi tenerlo stretto perchè ti divertirai e tutto risulterà più semplice. Io suono il basso perchè sul palco occupa il posto più bello del mondo, quello tra una batteria e una chitarra.

Qual è la band che da ascoltatore hai amato di più?
Alla fine del 1980, per la prima volta, ascoltai “Ace of Spades”. Riuscii a tatuarmelo malamente sul polso con tre aghi prima ancora che finisse la facciata del vinile. Quindi credo che la band, che mi diede più emozioni, siano proprio i Motorhead.

Sergio, si dice spesso che è meglio non conoscere i propri eroi musicali per evitare delusioni. Ti è mai capitato? Chi ti ha deluso? E, se puoi dirlo, chi ti ha lasciato l’amaro in bocca?
Non mi sono mai aspettato grandi cose dall’uomo scisso dal musicista. Ci sono musicisti che si meritano l’olimpo anche perchè sono umili, poi ci sono altri che hanno avuto solo fortuna e spesso sono antipatici e vanitosi. Bisogna sempre distinguere colui che fa la rock star da colui che lo è veramente. Io credo di poter dire che spesso si rimane spiazzati perchè ti capita di vedere gli Iron Maiden umilissimi e il chitarrista di quartiere che se la tira. Non c’è nulla di strano. Comunque Lemmy (conosciuto quando ho fatto il Gods Of Metal insieme ai Motorhead) era una persona umilisima e disponibile invece Dave Mustaine era più problematico e ansioso. Ognuno ha le sue debolezze e paure anche se sei in cima.

Che ne pensi di Pino Scotto? Nella nostra intervista live su Facebook (visualizzabile a questo link) lui ha speso belle parole nei confronti dei Vanexa, siete tanto amici?
Pino Scotto è un icona. Ha speso la sua intera esistenza per la musica rock, quindi tutti gli dobbiamo qualcosa. Lo conosco davvero da tanto tempo (credo dal 1980), e posso confermare che pochi in Italia siano riusciti ad essere coerenti tanto quanto lui (e non dico solo nel campo musicale). Mi ricordo un sacco di cose degli anni 80 insieme a lui ed ai Vanadium.

Come hai passato invece il primo periodo di quarantena? Ti ha dato qualche particolare ispirazione?
Si certamente. La quarantena è stata il propulsore per scrivere, ideare e alla fine concepire. Se devi creare qualcosa che abbia un senso devi sfruttare i sentimenti che provi. La quarantena mi ha tirato fuori un sacco di cose che ho cercato di trasmetterle in modo che potessero ricordare quello che ho provato. Tutto questo ha dato un senso ad uno dei periodi più strani che l’umanità abbia passato. L’epidemia è stata per tutti una situazione inedita ed improvvisa quindi tutti abbiamo provato all’unisono qualcosa di simile, anche se la reazione per ognuno di noi è stata diversa.

Molti musicisti e produttori hanno generi e gruppi preferiti differenti da quello che loro stessi propongono. È il tuo stesso caso?
Non credo che io abbia generi preferiti da quello che faccio. Ci sono influenze che io definisco dirette ed indirette. Io ascolto volontariamente djent e nu metal ma involontariamente anche rap e trap (impossibile non ascoltarla), quindi spesso ti trovi qualcosa in testa che non vorresti. Il mio disco è tutto questo: qualcosa che ho ascoltato inquinato da qualcosa che non avresti mai voluto ascoltare. La musica trap tanto bistrattata dai metallari ha molte cose in comune che spesso per superficilità non si riescono a percepire, (qui ci vorrebbe un altra intervista per approfondire l’argomento).

Volentieri, in una prossima occasione perchè no! Bene Sergio, siamo all’ultima domanda: oltre la musica, quali sono le tue più grandi passioni?
Le mie passioni oltre che la musica sono i fumetti, l’audiologia e il pc.

Grazie mille Sergio, ti auguro un buon proseguimento!
Ricordo a tutti i nostri lettori che potete trovare il DR. SCHAFAUSEN sulle piattaforme di Facebook, Instagram, YouTube e ovviamente Spotify!

PS: sono anche io di Savona, fiero di avere un musicista come te nella mia città.
Grazie! Allora è possibile (appena riapriranno) incontrarci in qualche locale per una birra! Grazie per il tuo supporto!

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