Terzo EP per i tedeschi Zeit, formatisi a Lipsia nel 2010 e dediti ad un black/sludge metal suonato con un piglio personale e condito da influenze di vario genere. Il trio composto da Fur (chitarra, voce), Flakmann (basso) e Win (batteria) ci presenta in quest’occasione Gram (‘pena’, ‘dolore’ in tedesco), un’opera autoprodotta composta da cinque tracce che si assesta sui 25 minuti di durata totale.
Rispetto al precedente Trümmer uscito nel 2015, si può percepire un’evoluzione sia sonora che stilistica: i suoni sono in certi frangenti più puliti e definiti (rispetto agli standard del genere), elemento che a seconda dei gusti potrebbe rivelarsi negativo in quanto le composizioni perdono un po’ in termini di atmosfera, sensazione accentuata da un missaggio non sempre perfetto. Rispetto al passato risultano più dominanti le sezioni tipicamente black metal, a discapito di passaggi più lenti e sofferti comunque presenti. Le composizioni si rifanno quindi alla produzione proto-black di fine anni ’80 e inizio ’90, come si può notare ascoltando i riff accattivanti e le ritmiche di Verloren e Maschinenfähig (le migliori del lotto), con qualche elemento un po’ atipico che spezza di tanto in tanto l’andazzo un po’ monotono delle composizioni, come ad esempio l’intro di stampo post punk in Kollektive Einsamkeit.
Il disco, disponibile in formato digitale, è accompagnato da un artwork atipico per il genere proposto, ma che in un certo modo si allinea con il mood delle canzoni.
In definitiva quella degli Zeit è un’opera certo migliorabile sotto vari punti di vista, ma che presenta sicuramente i semi per quella che può essere un’evoluzione interessante soprattutto a livello compositivo, in attesa magari di un full length più rappresentativo.
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