Mentirei se dicessi di conoscere già gli UFOSONIC GENERATOR, quartetto di connazionali attivi da cinque anni. La recensione che mi appresto a scrivere, infatti, è nata dal desiderio di conoscere qualche nuova realtà, nella speranza che si tratti di una piacevole sorpresa e non di una delusione. Devo dire che, fortunatamente, qui si ricade nella prima categoria.
Certo, all’inizio ho alzato un po’ il sopracciglio: l’heavy rock occulteggiante, genere in cui i Nostri si cimentano, appare piuttosto esplorato negli ultimi anni, perfino inflazionato. Ascoltando il disco per la prima volta, mi chiedo se gli Ufosonic Generator saranno in grado di arricchire questo panorama o se si limiteranno a sguazzarci dentro come molte band fanno (alcune volte anche molto bene, per carità).
“The Evil Smoke Possession” si compone di otto brani che oscillano tra una lunghezza media e qualche stiracchiatura più lunga. Il disco si apre con A Sinful Portrait, dove cogliamo già alcune caratteristiche interessanti della band: riff tosti e ben ritmati, una voce interessante sia nel timbro che nella scelta delle linee, suoni retrò sì-ma-con-gusto. Ciò prosegue in Anapest, un bell’esempio di sonorità rolleggianti. Con At Witches’ Bell abbiamo degli assaggi più decisi delle vene doom; ne troviamo anche in Meridian Daemon e Silver Bell Meadows, intrecci di oscura pesantezza, qualche stonerata (mai stonata!) e voglia di scuotere testa e corpo a ritmo. Anche l’ultimo brano, la title-track The Evil Smoke Possession, continua (bene) sulla stessa scia doom’n’roll. Un filo di critica? Alcuni arrangiamenti potrebbero essere più curati, ma si tratta di un piccolo neo che si nota solo da qualche angolazione.
Sì, i Nostri arricchiscono la scena e non si limitano ad osservarne le norme convenzionali come tanti altri. Direi che questi quattro ci sanno fare: ci auguriamo di poterli apprezzare presto in azione, perché i loro pezzi potrebbero avere davvero una buona resa live. Il disco funziona e piace, gratifica il fan di Pentagram e Coven, ma anche gli amanti di Doors, Uriah Heep, Black Sabbath e Candlemass non ne resteranno indifferenti. Aspettiamo le prossime opere.