In questa calda estate del 2016 son tornati anche i The Bouncing Souls.
“Simplicity” è orfano però dello storico batterista Michael McDermott sostituito da George Rebelo, già batterista degli Hot Water Music.
La band del New Jersey ha presentato questo album dicendo che sarebbe stato senza tanti fronzoli e artefatti e in effetti è stato così, ma in realtà non si erano mai spinti a editare i loro lavori. Rispetto al modesto “Comet” del 2012 non trovo molta differenza di sonorità.
Dopo questa piccola premessa il meglio di “Simplicity” si è sentito nella tambureggiante Euphoria, in Hey Aliens nella penultima traccia Bees e soprattutto in Writing On the Wall che reputo la migliore traccia dell’intero album.
Mi son sentito un po’ deluso invece in Hero Zero e Gravity, essendo ballate tutt’altro che originali che mi hanno riportato alla mente il peggior album da loro fatto (N.d.R. “Ghost On The Boardwalk“).
Di certo i tempi migliori son passati, ed è evidente che da “The Gold Record” abbiano perso un po’ di ritmo, grinta e idee capaci di ispirare.
I Bouncing Souls sono una grandissima band, ma i quasi 30 anni di carriera, a differenza di altre, penso che si facciano sentire sulle spalle e credo che la maggior parte delle cartucce le abbiano sparate.
Magari sono diventato di bocca buona visti i precedenti bellissimi e certo non posso pretendere sempre degli album da paura (in positivo), ma da loro grande fan vorrei certamente degli album che superino ampiamente la sufficienza in cui ormai galleggiano da 2 album a questa parte.
Auguro ogni bene a questa band che fin dalla loro mia scoperta è diventata tra le mie preferite e che, egoisticamente, spero, prima che declinino definitivamente, si fermino a riflettere e magari prendersi una bella pausa rigeneratrice (come nel caso dei Descendents).