La paura subliminale. Ovvero quella che ad oggi respiriamo e che è percepibile tutti i giorni attraverso le nostre espressioni, anche se di primo impatto diamo l’impressione di essere felici.
Ma la felicità spesso o è costruita, od è effimera e serve solo per dare un’immagine “politically correct” di sé stessi… Questa infelicità si insinua in modo subdolo nell’animo, determinando la nostra vita e tutto ciò che facciamo.
Penso che i SUBLIMINAL FEAR abbiano sicuramente tratto ispirazione per il loro nome da tutte queste paure, in special modo anche per questo loro nuovo album dal titolo Escape From Leviathan, terzo lavoro di questa band che è nato prendendo spunto dal libro omonimo di J.C. Lester, che è un’opera critica sul libertarismo.
La band, proveniente dall’antica Apulia (che oggi è la bellissima Puglia), assembla un mix unico di Death Metal melodico ed Elettronica.
Il loro genere rimanda la mente a sonorità ben note quali quelle dei Sybreed, i Mnemic, i Soilwork, gli In Flames, i Fear Factory, mentre le liriche di questo concept tematico si basano su una visione futuristica ed apocalittica del mondo e della società, dove saranno le macchine a dominare l’umanità, che è incapace ad autogovernarsi.
Anche il bellissimo artwork richiama queste visioni ed è stato realizzato da Seth Siro Anton (Septicflesh), che si è ispirato ai celeberrimi film quali sono Terminator, Alien e Matrix.
I SUBLIMINAL FEAR, per Escape For Leviathan, si sono avvalsi anche delle prestigiose collaborazioni di ospiti internazionali quali Guillaume Bideau (Mnemic, One-Way Mirror), Jon Howard (Threat Signal, Arkaea) e Lawrence Mackrory (Darkane).
Ottima è la produzione, curata e messa a punto nei Golem Dungeon Studios di Bari, come ottimo fiuto ha avuto la finnica Inverse Records nel voler produrre la band e questo album.
Le tracce si incastrano perfettamente una all’altra, come parti di un ingranaggio bene oliato e quindi scorrevole e pertinente con tutto il lavoro, con in primo piano le belle voci di Carmine Cristallo per le parti in clear e la new entry Matteo De Bellis per il growl.
Phantoms Or Drones apre l’album con un intro chiaramente futuristico e che vede come guest vocal Guillaume Bideau. In All Meanings They’ve Torn, le tastiere sono in primo piano e il brano è sigillato dal duello di voci che coinvolgono anche il secondo guest vocal Laurence Mackroy (Darkane).
Segue poi Nexus, mesta e con bella melodia per poi giungere alla title track Escape from Leviathan, che viaggia tra sonorità sinfoniche e parti Industrial ipnotiche.
Ed ecco Evilution, che vede come guest vocal il terzo ospite, ovvero Jon Howard.
A mio parere è forse la traccia più notevole dell’album: riff pesanti e suoni quasi apocalittici, dirompenti, con la voce pulita che dialoga con la possente voce growl, terminando con uno spiazzante finale!
Molto veloce e con suoni Industrial è Dark Star Renaissance, invece Self Proclaimed Gods, al contrario, si erge su vari cambi di tempo, come il Melodic Death Metal comanda, forte anche del muro di suono che costruisce la devastante e veloce batteria.
Chiude questo album The Disease Is Human Emotion, che corre e si destreggia tra suoni cibernetici e quasi spaziali ma con inserti melodici quasi drammatici.
Tra tutte spiccano anche l’ottima e molto personale cover di Living in Another World dei Talk Talk, che i SUBLIMINAL FEAR fanno loro e che sembra fare naturalmente parte dell’album, come un tassello magico, una perla che impreziosisce ancor più Escape From Leviathan..
I SUBLIMINAL FEAR sono ormai una realtà ben consolidata del panorama Melodich Death Metal italiano, questo anche grazie all’ormai grande esperienza acquista e alla loro evoluzione, anche per quanto riguarda le nuove sonorità, più vicine all’ Elettronica e più groove-oriented. Si percepiscono anche sonorità Djent di band come i Periphery e i Tesseract, con elementi di Death melodico di stampo svedese.
Questo ottimo Escape From Leviathan non passerà inosservato e non può certo mancare agli estimatori del genere e della musica di qualità. Sicuramente da avere!