Nati nel 2010 a Bologna, gli Speed Stroke manifestarono fin da subito un amore sincero e profondo verso quell’hard rock ottantiano che segnò un’era nella storia della musica mondiale. Ispirati a gruppi come Aerosmith, Guns N’ Roses, Skid Row e a tutta la radice glam/sleaze di quegli anni, i cinque emiliani con i primi due album “Speed Stroke” (2013) e “Fury” (2016) riuscirono pazientemente a farsi conoscere sui palchi italiani ed esteri, aprendo spettacoli a band del calibro di Gotthard, Hardcore Superstar, Steel Panther, Kissin’ Dynamite, Phill Campbell e tanti altri. La band inoltre, venne introdotta sulla scena rock internazionale grazie alla loro partecipazione in “Reborn In Sleaze” (2011), un tribute album ufficiale in memoria di Dave Lepard, chitarrista e frontman dei Crashdïet, tristemente suicidatosi il 20 gennaio 2006.
Con un palmarès niente male dunque, gli Speed Stroke tornano più scatenati che mai con “Scene Of The Crime“. Terzo studio album che deve, oltre che a confermare quanto di buono già fatto sino ad ora, alzare l’asticella mirando ad un processo di maturazione e perfezionamento delle capacità del quintetto bolognese.
Un inizio in stile AC/DC apre le danze in “Heartbeat“, opener molto valida dal ritornello catchy come un buon pezzo hair metal deve essere. La band è in forma e si sente chiaramente, in particolare nella successiva title-track e nella più dolce “After Dark” dove le prestazioni vocali di Jack ricordano lontanamente le cadenze del buon Sebastian Bach. Il motore emiliano va su di giri con l’energica “Soul Punx“, singolo e video uscito già lo scorso 18 settembre che indubbiamente non è passato inosservato, caratterizzato dalla sua parte strumentale adrenalinica e ben strutturata. “No Love” è una grandiosa sorpresa. Nella canzone, dalla durata di oltre 6 minuti, i Nostri si cimentano in una ballad melodica e dai tratti prog, spaziando su ogni fronte e sfiorando per poco il capolavoro, un solo ascolto non basta per godersi appieno l’ottima atmosfera che sono riusciti a comporre. Le cartucce non finiscono per bagnarsi: “Red Eyes” rimane in testa, “Out of Money” richiama per l’ennesima volta i migliori anni del genere con un intro che strizza l’occhio al compianto Eddie Van Halen e “Who Fkd Who” non ostacola per nulla lo scorrere dell’album, tenendo la qualità del sound proposto sullo stesso livello di tutto il disco. L’accoppiata vincente finale con “One Last Day” ed “Hero No.1” sancisce l’epilogo di un album ben scritto, ben suonato e ben prodotto.
“Scene Of The Crime” è a tutti gli effetti una macchina del tempo e gli Speed Stroke ne sono i piloti da Formula 1, in grado di catapultarci con una passione sfrenata nei gloriosi anni ’80 mantenendo però una personale modernizzazione, scansandosi da rischiosi emulazioni dei colossi che ancora oggi (maledetto Covid a parte) riempono gli stadi senza batter ciglio.
Il disco suona, il piede batte per oltre mezz’ora e il risultato è definitivo: gli Speed Stroke sono tornati in grande stile e innegabilmente si affermano come validissima alternativa ai grandi classici del genere. Dateci un ascolto, vi renderete conto di come ancora oggi il rock è ben lontano dal finire nel dimenticatoio. Sì, anche grazie a band italiane.