Il debutto discografico della band croata Sage, “Anno Domini 1573” merita almeno un ascolto o forse anche di più per entrare nel vivo dell’album. Tuttavia, premetto che non si tratta affatto né di un capolavoro, né di un album molto ben riuscito e azzeccato su ogni livello, e forse per capirne meglio i contenuti sarebbe quindi opportuno ascoltarli appunto qualche volta in più, dato che ho trovato difficile appassionarmi al lavoro fin dal primo istante, e successivamente ho potuto scorgerne i lati migliori.
Il disco si può definire come un concept album che ha come tematica una rivolta dei contadini serbi avvenuta nel 1573. Le atmosfere epiche e le cavalcate battagliere si avvertono molto bene e i musicisti riescono da un lato a mischiare abbastanza bene le sonorità Power ed Heavy Metal, ma dall’altro tendono a perdere un po’ di fluidità e scorrevolezza tra i brani: quasi tutte le tracce sono accompagnate da un’intro che cala l’ascoltatore nelle singole atmosfere. Un brano che merita l’attenzione per capirne i reali difetti, o presunti tali secondo chi scrive, è ad esempio “Dragon Heart“, dove vengono usati degli effetti sonori elettronici che avrebbero dovuto aggiungere quel tocco di fantasia in più ma che in realtà sembrano abbastanza scialbi e messi quasi casualmente. Un altro punto debole sembra essere proprio il cantante Davor Buslijeta che, nonostante la sua voce calda e potente, tende a rimanere piuttosto statico sulle solite linee, mentre avrebbe potuto osare di più, ed è un vero peccato perché le potenzialità si avvertono; inoltre, in “Man Of Sorrow” fa anche uso di un cantato parlato in alcune sequenze, che ricorda quello dei rapper, cosa che mi ha fatto piuttosto storcere il naso considerando soprattutto che strumentalmente è una traccia molto suggestiva e quei passaggi, a mio avviso, ne hanno affievolito un po’ il pathos.
Ci sono però anche brani freschi e piacevoli, come ad esempio “Two Souls” e “Join Us” in particolare, dove le sonorità Power dominano facendo emergere il vero talento del gruppo con cambi di ritmo, potenza delle chitarre e songwriting decisamente azzeccati! Il Prog oscuro di “Treason” è un altro punto di valore del disco, nonché una delle tracce più azzeccate, come lo è anche “Battle“, potente, aggressiva, epica e violenta con i cori religiosi sul finale che la rendono assolutamente suggestiva.
Tutto sommato “Anno Domini 1573” è un album con i suoi punti forza e difetti che si mescolano e si avvertono: considerando che i croati avrebbero potuto lavorare meglio su alcune parti, non è comunque un lavoro malvagio e diversi brani meritano un ascolto approfondito. Inoltre, essendo un debutto discografico, ci si aspettano ulteriori sviluppi. Al momento la consideriamo una prova sufficiente per la band, i cui musicisti hanno già una valida esperienza maturata anche in altri progetti precedenti, e invito comunque gli amanti dell’Heavy e del Power di dar loro una chance.