Forse conosciuti ai più per le loro cover di “Land Of Snow And Sorrow” e “Sleeping Stars” dei Wintersun, gli Xanthochroid hanno pubblicato lo scorso 22 agosto “Of Erthe And Axen: Act I”. Come suggerisce il nome, questa è la prima parte di un nuovo lavoro, che anticiperà e approfondirà le vicende intercorse tra i protagonisti dei loro precedenti lavori, Sindr e Thanos, il tutto ambientato appunto nella nazione di Axen. Questa band ci ha ormai abituati al loro stile musicale dalle atmosfere teatrali ed evocative, ma rispetto ai due precedenti questo album si focalizza maggiormente su questi due aspetti, utilizzandoli per coinvolgere ancora di più l’ascoltatore nella narrazione della storia.
L’album si apre con l’intro strumentale “Open The Gates O Forest Keeper”, seguito da “To Lost And Ancient Gardens”, un duetto acustico che, seppur di durata inferiore rispetto alle altre canzoni di questo album, riesce a spiccare grazie al perfetto alternarsi ed intrecciarsi della voce maschile e femminile. Il terzo brano “To Highers Climes Where Few Might Stand” ricorda (come consueto nei loro brani) un mix di stili tra Opeth e symphonic black metal, riportandoci un po’ a quello cui si è abituati ascoltando questa band.
“To Souls Distant And Dreaming” è forse la canzone che colpisce di più tra le altre: semplice e senza troppi “fronzoli musicali” se così si possono chiamare, grazie alle due ottime voci maschili riesce ad essere davvero d’impatto. La melodia finale si riallaccia con il brano seguente “In Deep And Wooded Forests Of My Youth” dove ritroviamo di nuovo lo stile musicale ed il binomio voce maschile-voce femminile della seconda traccia, ed anche qui come già detto producono un’ottima accoppiata.
Anche nella sesta traccia, “The Sound Of Hunger Rises”, ritroviamo il mix visto nella terza, ma in questo caso con qualche strumento orchestrale in più che innalza il carattere “epic” della composizione.
Penultima traccia è “The Sound Of A Glinting Blade”, altro bellissimo pezzo quasi totalmente acustico che termina con un potente acuto femminile che lo lega al brano che chiude l’album, “The Sound Which Has No Name”, dove troviamo l’alternarsi di voci pulite e graffiate su una musica potente e veloce e il ritorno della vena orchestrale ed epica, a degna ed ottima conclusione di questo lavoro.
In conclusione, “Of Erthe And Axen: Act I” è un album che si distacca leggermente dallo stile musicale con cui la band si è fatta conoscere, è più calmo, soft, e punta molto sull’espressività data dai bellissimi pezzi acustici che comprende. Non ci resta che attendere di vedere come si evolverà la seconda parte, in uscita il 17 ottobre.