Dal Canada con furore tornano i Sorcier Des Glaces con il loro ottavo full-length, ultimo di una carriera di ben 22 anni, “Un Monde de Glace et de Sang“.
Se ne è parlato molto come di un album atmospheric black metal, quindi mi immaginavo già atmosfere idilliache e delicate. Mai errore fu più grande, l’atmospheric black di questo disco è decisamente old school, ricordando molto da vicino il sound del black anni ’90, tanto che mi sono venuti subito in mente gli Immortal, soprattutto per l’affinità dello stile vocale.
Il disco parte un po’ lento, con “Crossing The Haunted Forest“, traccia non particolarmente entusiasmante ma che è abbastanza utile per predisporre correttamente l’ascoltatore a quello che verrà dopo. Già dalla seconda traccia, infatti, la musica inizia a farsi incalzante ed epica, evocando quelle lande desolate e ghiacciate che tutti noi ci siamo immaginati sentendo dischi come “Northern Chaos Gods”, purtuttavia mantenendo una produzione molto più pulita e, soprattutto, senza sembrare solo una brutta copia di qualcosa di già fatto, mantenendo quindi una propria originalità.
Le influenze del sound anni ’90 sono esemplificate, nelle intenzioni, soprattutto dalla ben riuscita cover di “The Warlock” dei Necromantia (band della scena black metal greca di inizio anni ’90) e dalla settima traccia, “L’èternelle majesté des montagnes (partie II)“, che sembra proprio la continuazione di “L’èternelle majesté des montagnes” contenuta nel loro primo disco, “Snowland“, del 1998.
I Sorcier Des Glaces si riconfermano perfettamente a loro agio nel genere e mantengono attivo e vitale lo spirito dei primi anni del black metal, rimanendo così una delle punte di diamante del black metal canadese.