I KALEDON non sono certo una new entry nel panorama power metal italiano: la loro prima release risale al 2002 con l’abum “Legend Of The Forgotten Reign – Chapter 1: The Destruction“, preceduto da quattro demo pubblicati a partire dal 1999. Una band con una certa esperienza, dunque, che ritroviamo senza dubbio nel nuovo “Carnagus: Emperor Of The Darkness”, nuovo capitolo della saga “Legend Of The Forgotten Reign”; valore aggiunto sono sicuramente le new entry nella line-up della band, Michele Guaitoli (Overtures) alla voce e Manuel Di Ascenzo (ex Secret Rule) alla batteria.
“Tenebrae Venture Sunt” ci introduce a nove brani che, collegandosi l’uno all’altro, ci narrano del personaggio che dà il nome all’album, Carnagus per l’appunto. I suddetti nove brani scorrono uno dopo l’altro senza pause che ne smorzino il ritmo serrato e martellante, soprattutto grazie ad un ottimo lavoro di batteria di Di Ascenzo. Immancabili, ovviamente, dei cori davvero magnifici che spingono ancora di più i brani, come in “The Evil Witch” ed “Eyes Without Life”, insieme con melodie di tastiere davvero coinvolgenti e la voce di Guaitoli davvero impeccabile. Particolarmente apprezzabile durante l’ascolto è il fatto che praticamente tutti i brani siano legati tra loro riprendendo al loro inizio gli ultimi secondi del brano precedente, creando un continuum non solo a livello di narrativa ma anche di ascolto, che dà totalmente l’impressione di stare ascoltando una storia trasposta in musica.
A metà dell’album troviamo “The Dark Reality” e “The Two Bailouts”, dalle atmosfere particolarmente più cupe rispetto ai precedenti brani, seguiti da quelli che sono probabilmente i due migliori lavori dell’album, “Trapped On The Throne” e “Telepathic Message”. In quest’ultimo troviamo non solo la solita voce pulita e melodica ma anche un breve utilizzo di una voce growl più sporca e graffiante, che si inserisce perfettamente nel brano. Chiude “The End Of The Undead”, e non si sarebbe potuta fare scelta migliore. Il malvagio Carnagus è morto, e la melodia del brano riflette appieno il significato del brano che non solo termina l’album ma anche la storia raccontata in esso: il male è finalmente sconfitto ed il bene può tornare a trionfare. Insomma, una chiusura davvero ottima per un lavoro altrettanto ben fatto.