PHIL CAMPBELL AND THE BASTARD SONS – We’re The Bastards

by Loris Clerico

Nati all’alba dello scioglimento dei Motörhead, in seguito alla morte di Lemmy Kilmister nel 2016, i Phil Campbell And The Bastard Sons attirano sempre una buona parte di fan in ogni festival rock o metal esistente. Guidati da uno dei chitarristi più rispettati del genere da ormai più di 30 anni, e completata dai suoi figli Todd (chitarra), Tyla (basso) e Dane (batteria) e dall’ottimo frontman Neil Starr, la band è emersa nel circuito dei tour nel 2017, alimentata da un’enorme quantità di buona volontà, proponendo inizialmente una parte di cover dei Motorhead e una manciata di nuove canzoni che scoppiettano di pura energia e duro lavoro in studio.

Il disco trattato in questa recensione è il loro secondo lavoro, e parte con la title-track “We’re The Bastards”, un pezzo abbastanza duro, diciamo il giusto per far scaldare le orecchie dell’ascoltatore. Si continua al meglio con “Son Of A Gun” e il riff di basso con cui si presenta (su YouTube è anche disponibile un video molto bello del brano). Questa canzone, unita al pugno di ferro sferrato successivamente dai ragazzi con “Promises Are Poison“, fa in modo che il disco impenni e dia fuoco alle polveri. “Born To Roam e Desert Song” sono pezzi più ambient, più morbide, con delle note che calzerebbero bene in una serie tv come “Sons Of Anarchy”, molto carine anche queste composizioni. “Animals” devo ammettere che ha quel che di già sentito, (qualcosa mi ricorda “Ace Of Spades”), mentre la successiva “Bite My Tongue” ha un riff di chitarra che ricorda lo stile degli Aerosmith; da sottolineare che il disco non ha sali e scendi o canzoni che stufano dopo il primo ascolto. “Waves” apre con un cupo giro di basso e successivamente di chitarra, la voce morbida e un ritornello molto anni ‘90 fanno sì che il brano non esca troppo dal sound dell’album.

Questo è sicuramente il disco più bello, divertente e completo della band, ma sono quasi sicuro che possono fare di meglio. Lo comprerò? Assolutamente si, ho visto i cinque ragazzi ben due volte in sede live e meritano molto, con questo lavoro hanno dimostrato di sapersi migliorare e poter fare qualcosa di diverso e distaccato dalle loro radici, abbandonando il sound grezzo che ricorda i Motörhead, abbracciando così, un qualcosa di più “Made In Bastard Sons” senza doversi rammollire troppo.

Ancora una volta i Bastard Sons sono pronti a farvi divertire, saltare e urlare nel nome del rock n’ roll. Quello vero e puro. Nel frattempo, “We’re The Bastards” è esattamente il disco turbolento di cui tutti abbiamo bisogno di sentire da quando suona la sveglia alle 07:00 del mattino a quando andiamo a dormire, mentre aspettiamo che la nostra famiglia rock’n’roll si riunisca… siete pronti ad essere presi a calci in culo dai Bastard Sons?

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