I re del crossover thrash sono tornati! Dopo ben cinque anni dall’ultimo album “Fatal Feast” (2012), i Municipal Waste hanno finalmente lanciato il nuovo LP “Slime and Punishment”, uscito ufficialmente il 23 giugno 2017 per la Nuclear Blast Records. Secondo Ryan Waste (chitarra e cori) questi anni sono serviti per produrre materiale di ottima qualità, evitando di registrare più lavori vicini nel tempo ma mediocri, come fanno, a detta sua, molte band attuali.
La registrazione è avvenuta ad opera della band e soprattutto del bassista Phil Hall, il quale si è dato da fare per imparare le varie sfaccettature del recording; Bill Metoyer, noto produttore californiano di Slayer, W.A.S.P e Dark Angel, si è invece occupato del mixaggio finale. Uno dei meriti positivi di questo album è, di fatto, l’ottima qualità di registrazione, con suoni molto corposi ma anche ben definiti. Gli strumenti sono perfettamente distinguibili ed omogenei, mentre ogni effetto di chitarre e basso è azzeccato.
L’album è composto da 14 brani, al primo ascolto molto simili tra loro e poco innovativi. Con più attenzione si può però notare che i riff elementari, soprattutto nelle parti ritmiche di chitarra, sono inseriti molto bene in ogni traccia ed eseguiti con una tecnica che mai i Municipal avevano raggiunto finora. Gli assoli sono brevi ma immediati, d’impatto come un pugno in faccia, proprio ciò che i Nostri volevano ottenere. Tale aggressività è stata raggiunta grazie anche all’aggiunta del nuovo chitarrista Nick Poulos, ad affiancare Waste dopo anni di solitudine. Ogni brano possiede una storia a sè: la traccia di apertura “Breathe Grease” è una delle più veloci dell’LP, per colpire l’ascoltatore fin dall’inizio; la title track rimane in testa ed è perfetta per la parte intermedia dell’album; “Low Tolerance” è il primo brano scritto dalla collaborazione di tutti i membri e “Think Fast” è, per assurdo, uno dei pezzi più lenti mai scritti dai Municipal.
Buon materiale per un buon lavoro in definitiva, anche se manca ancora innovazione e rinnovamento in un genere che da anni si sta trascinando per sopravvivere, o meglio, in una band che non ha mai fatto un passo oltre il crossover thrash anni ’80 per aprirsi e sperimentare qualcosa di nuovo.