Ritorno molto gradito quella dei Mesarthim, duo australiano di cui non sappiamo molto, che con questo nuovo album dal titolo molto intrigante ritornano sulla scena dopo appena un anno dalla pubblicazione dello stupendo Isolate.
Questo duo nato nel 2015 si inserisce nel filone dell’Atmospheric Black Metal dedito alla ricerca, attraverso la musica e i testi, dei misteri più profondi del nostro cosmo, come dimostra la scelta del nome del gruppo che identifica una stella della costellazione dell’ariete, e che li avvicina a gruppi quali Midnight Odissey.
.–… .. .-.-.- . ., titolo che ancor di più si lega al concetto di spazio in quanto scritto in codice Morse e traducibile in “assenza”, riparte da quanto il gruppo aveva creato nel disco precedente, amplificando il lato spaziale della stessa musica attraverso sintetizzatori e arrangiamenti tirati e dilatati che lasciano l’ascoltatore disperso nello spazio siderale.
Naturalmente la lingua che il gruppo parla è pur sempre il Black Metal e questa parte non viene mai sacrificati ma bensì piegata alle esigenze del gruppo, il quale infarcisce il tutto con tastiere epiche e sognanti su cui a farla da padrone è il lamento disperato e proveniente dallo spazio profondo del cantante.
I brani hanno una durata media piuttosto alta e si muovono su strutture simili senza mai risultare scontati o ripetitivi, creando un flusso unico continuo in cui a farla da padrone è il contrasto tra un black metal ruvido e le atmosfere incantate che ricreano in noi la quiete dello spazio abissale.
Difficile fare un track by track del disco, in quanto ogni singolo brano è concatenato al precedente e ricrea un fluido susseguirsi di emozioni che non vanno interrotte per godere in tutta la sua completezza questa splendida opera.
Citerei per dovere di cronaca quelli che sono gli apici del disco, nonché i brani più lunghi, ovvero la stupenda …—, brano dall’inizio violento che attorno al primo minuto presenta un’apertura cosmica splendida e fiera, e la altrettanto ottima .-…., brano cadenzato in cui dominano le tastiere malinconiche.
.–… .. .-.-.-. .. è quindi un ottimo ritorno per uno dei gruppi più intriganti dell’attuale scena estrema, elegante e raffinato nella sua ricerca di atmosfere che rimandano agli spazi infiniti del nostro cosmo.
https://www.youtube.com/watch?v=jRFjJ3tHato