Quando la più grande passione per una persona, come nel mio caso, è la musica, a ogni nuovo ascolto si viene catapultati in mondi nuovi, ricchi di atmosfere e sorprese. Certe volte, tali esperienze sono vere e proprie iniezioni di adrenalina, con picchi di estasi sensoriale che difficilmente trovano spiegazione in poche righe. Ma può capitare, in altri casi, che le proposte prese in consegna abbiano qualcosa che fa storcere il naso, un non so che di incompiuto, o magari certi dettagli che non trovano il loro posto all’interno di quel maestoso puzzle musicale. Appena premuto play, è stata proprio quest’ultima la sensazione che ho provato con questo “Everything Comes To An End“… ma partiamo dal principio.
La proposta musicale dei Madvice è sicuramente un ottimo melodic death metal, ben calibrato e suonato da dio, che non stanca mai. Proseguendo tra le tracce, si sente sempre di più l’influenza di band ormai già affermate, come gli In Flames di quei dischi che tanto ci avevano fatto sognare (“Lunar Strain” / “The Jester Race”). Ci sono dunque tutte le proposte per un disco ben fatto, suonato da musicisti che sanno il fatto loro, ma cosa possiamo dire della voce? Se ogni strumento si abbina perfettamente alla proposta, per quanto ci abbia provato, non sono riuscito a trovare la giusta combinazione con le linee vocali. Avevo già potuto apprezzare il grande Asator in gruppi come Asidie e Daysidied (dei quali ho avuto l’onore di recensire l’EP), e senza dubbio le qualità non mancano, e ciò che ne risulta non fa perdere interesse nei confronti dell’opera nella sua interezza. Ma in tanti anni di ascolti di album e gruppi metal, di ogni genere e annata, credo di non essere mai stato così in dubbio riguardo l’abbinamento tra le linee vocali e le composizioni strumentali.
I Madvice, attraverso questo primo album, stanno cercando di esprimere la propria passione per la musica che tanto amiamo, e lo fanno con dedizione e salda preparazione. Mi sento, dunque, di proporre un ascolto ad ognuno di voi, così da dare una chance a una band che, col tempo, sicuramente saprà crescere e darci tante soddisfazioni.
Una menzione d’onore va sicuramente a tracce di spessore di questo disco, come la bellissima ed incalzante title-track “Everything Comes To An End”, “Nothingness” e “Rebirth”, dove la magia si palesa nella voce soave di Lunaria Wistful.
Dal vostro Matteo Burchianti un augurio per un buon ascolto, e non dimenticate mai… “Long Live Heavy Metal“.
2 commenti
Errata corrige: la voce femminile nel disco in questione è di Lunaria Wistful
Ciao Asator, grazie infinite per la correzione! Mi dispiace molto per l’errore, ma grazie al tuo intervento mi sono potuto correggere 🙏🤘
Grazie davvero e auguri per un buon proseguimento con i tuoi progetti!
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