Dopo due anni, i LANDMVRKS sono tornati con il loro secondo album “Fantasy” firmato, questa volta, Arising Empire. La band metalcore aveva attirato notevole attenzione con la pubblicazione del singolo “Winter” realizzato insieme a Mattéo Gelsomino dei Novelists. Attraverso questo trampolino di lancio, i francesi sono riusciti a reclutare una sempre maggiore fanbase, nonché ad avere l’opportunità di suonare insieme a pezzi grossi del genere come Architects, Pierce the Veil, The Devil Wears Prada, While She Sleeps. Ed è proprio con quest’ultimi che gireranno l’Europa a febbraio/marzo 2019 per l’uscita dell’album degli inglesi originari di Sheffield.
“Fantasy” si può definire il degno successore del precedente “Hollow” (2016), dove troviamo un’evoluzione della band, una maturità sia nel processo di scrittura dei testi che della musica. Questo perfezionamento fa sì che l’intero album riesca a mantenere un costante e perfetto equilibrio tra il binomio aggressività-melodia, rendendo l’ascolto fluido. I riff sono pesanti e veloci, alternati a momenti molto più lenti che si fondono alla voce di Salfati, che riesce a destreggiarsi egregiamente dallo scream/growl al canto pulito, senza sbavature o incertezze, e mettendo la giusta enfasi in ogni brano facendo catapultare direttamente l’ascoltare all’interno della storia narrata.
L’album propone numerosi brani con special guest quali Florestan Durand (Novelists), Aaron Matts (Betraying The Martyrs) e Camille Contreras. Ed è proprio con quest’ultima che la band regala, a metà inoltrata dell’album, la ballata “Alive“. Si tratta di un brano piacevole che propone un momento di “respiro”, una boccata di aria fresca dalle influenze pop.
Tra i brani proposti la title-track “Fantasy” che, con le sue note melodiche e i riff heavy e lenti, riesce sicuramente a rimanere impressa. Interessante è inoltre l’introduzione della voce clean del bassista alla fine del brano, che si interrompe per dare spazio alla più pesante e successiva “Wake Up Call“. Altro brano molto catchy è sicuramente “Scars“, dove la chitarra di Durand si sente predominante lungo tutto lo svolgimento della canzone, con un crescendo interessante e cori che sfociano in un immancabile assolo (uno dei pochi dell’intero album).
In generale, dunque, “Fantasy” risulta un album lineare e fluido, dove la maturità della band si percepisce sicuramente, ma che, a mio parere, manca ancora di qualche ricerca più approfondita e di qualche perla da regalare all’ascoltatore. Infatti, ogni brano può essere ritenuto valido, ma nessuno di essi spicca in maniera particolare più degli altri. In conclusione, sono curiosa di sentire cosa riusciranno ancora a proporci i francesi e, per il momento, regaliamoci questa piccola chicca del metalcore emergente.