Conclusosi il 2016, durante il quale la band originaria di Essen ha festeggiato il trentesimo anniversario di “Pleasure To Kill”, i mitologici Kreator aprono il nuovo anno con “Gods Of Violence“, un disco letale degno successore di “Phantom Antichrist” e soprattutto del retaggio di una band simile.
Fatta eccezione per l’intro che sembra fatta solamente per esser skippata e/o come introduzione per i live, ci troviamo immediatamente nel turbine fatto di mazzate, adrenalina ed epicità che solo i Kreator sanno dosare così bene nel Thrash Metal contemporaneo.
Scadere nel posticcio e nell’eccesso è molto facile: la band capitanata dall’inossidabile “Mille” Petrozza invece ne esce alla grande, amalgamando violenza e rabbia con una tecnica e precisione invidiabili e soprattutto con una dose di melodia ben tangibile ma mai fuori posto.
Da buona tradizione Kreator le tematiche sono molto crude e molto attuali, la penna di Petrozza non fa prigionieri e come usanza il sound accompagna adeguatamente le liriche. Un enorme miglioramento rispetto al precedente lavoro è forse l’arrangiamento più accurato delle parti epiche e melodiche, che ora meglio si sposano con il sound aggressivo della band e con ciò che storicamente ci si aspetterebbe dall’eccellenza del Thrash teutonico.
Il costante paragone con “Phantom Antichrist” è abbastanza calzante poiché “Gods Of Violence” sembra quasi un seguito, stilisticamente parlando, di tale lavoro, ma con i dovuti miglioramenti del caso. I suoni e la produzione sono più genuini e naturali ad esempio e, pur rimanendo su un livello di produzione stellare, il tutto suona più reale e organico: si tratta di una sottigliezza, ma che comunque non mi è assolutamente dispiaciuto riscontrare.
Tirando le somme, a livello musicale, questo lavoro dei Kreator mi da l’idea di quanta maturità la band abbia acquisito in più di 3 decadi di lavoro: la saggia ripartizione di violenza cieca, melodia, epicità, cattiveria e malattia ma soprattutto il saper sciogliere la tensione dell’ascoltatore con soluzioni anomale come parti più distese e intermezzi meno violenti, andando a costruire un album musicalmente validissimo, vario e di un livello ancora altissimo.
La proposta live dei Kreator mi era sembrata leggerissimamente opaca durante il Metaldays, forse abituato alle esibizioni incredibili di Mille e compagni, ma sono fiducioso del fatto che, con il nuovo ciclo, “Gods Of Violence” desterà band e fans e tutto tornerà come al solito: eccessivamente fico.