In questo 2018 ricco di belle sorprese vediamo anche il ritorno in studio dei Kanseil, la band Folk Metal della provincia di Treviso formata da Andrea Facchin (voce), Federico Grillo (chitarra), Davide Mazzucco (chitarra e bouzouki), Dimitri De Poli (basso), Luca Rover (batteria), Luca Zanchettin (cornamusa, kantele) e Stefano Da Re (rauschpfeife, flauto), che, seguendo la scia dei Folkstone, si affermano come bardi del nuovo millennio che vanno ad esplorare storie e antiche tradizioni del passato della loro terra natia, situata nella regione più a nord del Veneto, attorno a Fregona. Una piccola parte della popolazione parla ancora un tipo di idioma medievale di stampo tedesco, chiamato cimbro, che secondo alcune teorie è dovuto ad una migrazione di popolazioni di lingua tedesca nella regione a partire dal 1050 d.C., mentre secondo altre la migrazione è avvenuta verso il 1700. Secondo altri puristi proviene dai Cimbri, la tribù germanica dello Jutland che causò notevoli problemi ai Romani nel tempo, rimasta poi nelle zone per un lungo periodo. Nonostante siano solo teorie non del tutto sicure, tutte queste informazioni hanno fornito materiale sufficiente per consentire ai Kanseil di raccontare molte storie e leggende collegate a questa terra.
Strumenti folk come cornamusa, flauti e bouzuki e passaggi acustici con l’uso del kantele, cantato in italiano e uso frequente del dialetto veneto si accompagnano al growl e a ritmiche più dure per riportare alla luce il passato, riletto in chiave più moderna. Dopo una bellissima demo del 2013, “Tzimbar Bint”, e l’album di debutto “Doin Earde” del 2015, i Kanseil hanno suonato diversi spettacoli dal vivo, attirando in uno di questi la mia attenzione con il brano “Vajont“, che mi ha spinto senza alcun dubbio ad acquistare e apprezzare il loro primo lavoro. Dopo questo eccellente primo disco le aspettative sono certamente cresciute e da tempo mi aspettavo un secondo lavoro ben realizzato allo stesso modo.
Dopo vari ascolti, posso affermare che questo secondo lavoro “Fulìsche” è decisamente all’altezza del precedente e anzi, offre anche delle sorprese in più.
L’album si apre con una poesia del poeta Franco Ulliana, “Ah, Canseja!“, per poi accendere subito gli ardori con “La Battaglia Del Solstizio“, brano piuttosto oscuro con i riff di chitarra che a tratti sembrano Black Metal alternati a buone melodie. Il testo parla della Seconda Battaglia del Piave, combattuta verso la fine della Prima Guerra Mondiale nel giugno 1918. “Ander De Le Mate” è un brano in stile Folkstone che parla di una grotta piena di racconti fantastici con un bellissimo ritornello e assolo finale da brivido. Passaggi acustici introducono “Pojat“, brano dalle melodie ancora più convincenti che parla del duro lavoro dei carbonai. Si prosegue con “Orcolart“, uno dei pezzi più efficaci che fa riferimento al tremendo terremoto che ha colpito il Friuli nel 1976. Il pezzo si presenta con andamento triste e malinconico e, in base alla leggenda, racconta di come il terremoto sia stato provocato dalla creatura mostruosa Orcolat, un orco rinchiuso dalla Regina dei Ghiacci nel monte San Simeone e che quando prova a uscire provoca le scosse. La voce narrante nel ritornello sembra proprio porsi dal punto di vista della creatura stessa, impersonificandola nei versi in cui traspare la rabbia del mostro:
“E la sua quiete spezzerò, con i miei passi farò tremare tutta la valle sotto di lei. E io la morte porterò su tutto ciò che le vostre guerre non hanno distrutto già.“
La malinconia che traspare dal pezzo si riflette sulla sua triste storia, essendo l’orco innamorato di Amariana, umana che non ricambia il sentimento e che, pur di non sposarlo, si fa trasformare nella montagna che porta il suo nome. Il tutto crea un bellissimo intreccio tra storia e leggenda tipico della musica dei Kanseil.
L’album prosegue con una ballata acustica, “Serravalle“, una sorta di ricordo di chi ha vissuto la vita campagnola dell’omonimo borgo nei pressi di Vittorio Veneto.
“Vallorch” è una sorta di tributo alla band omonima, compaesani e amici dei Kanseil, che vede ospiti due di loro, Sara Tacchetto alla voce e Paolo Pesce alla ghironda.
“Il Lungo Viaggio” è un pezzo dalle ritmiche Epic e Melodic che fa riferimento alle famiglie venete che in passato furono costrette ad emigrare altrove in cerca di lavoro e fortuna. L’album si conclude con “Densilòc” brano dall’ottimo andamento acustico e melodico.
“Fulìsche”, in sostanza, è un lavoro molto ben riuscito che consolida i KANSEIL tra i gruppi più interessanti del panorama Folk Metal nazionale e da cui ci si aspetta molto in futuro!