“Incorruptible” è la nuova fatica degli Iced Earth, storica band heavy/power americana guidata dall’instancabile Jon Schaffer. L’album in questione è il successore di “Plagues Of Babylon” (2014) e si presenta con un artwork semplice ma d’effetto, che cattura l’attenzione fin da subito. “Incorruptible” è stato molto pubblicizzato sia dalla band che dall’etichetta discografica, tanto che prima della sua uscita, targata 16 giugno 2017, sono stati presentati ben quattro brani in anteprima. Il disco si apre con l’epica “Great Heathen Army” che ci presenta una band compatta e che propone subito un brano in pieno stile Iced Earth che riesce a convincere e a coinvolgere fin dalle prime battute. Seguono “Black Flag” e la semi ballad “Raven Wing“, brano che cresce con gli ascolti, ma che non andrebbe piazzato all’inizio della tracklist proprio per il suo incedere, almeno nella prima parte, lento e malinconico. Le note dolenti del disco arrivano con “The Veil“, pezzo introdotto da un arpeggio, ma che risulta totalmente anonimo e “The Relic (Part 1)“. Quest’ultima canzone, anche dopo più ascolti, non si fa ricordare e dunque risulta difficile promuoverla. Tornando a parlare di brani interessanti, è difficile non citare il primo singolo del disco, ovvero “Seven Headed Whore“, brano molto thrash e con una prestazione vocale di Block veramente di qualità, e l’anthemica “Brothers” ovvero una canzone che live promette veramente eccellenti risultati grazie a un ritornello molto catchy e a una struttura molto heavy old school che sicuramente farà muovere più di qualche testa. L’album si chiude con “Clear The Way (December 13th, 1862)“, pezzo da più di nove minuti che vuole essere un omaggio alla storia americana e dove gli Iced Earth condensano tutti i loro lati; da quello aggressivo, a quello epico, passando per quello più lento e riflessivo. Il risultato è un brano variegato e di veramente ottima fattura.
Tirando le somme, si può dire che questo “Incorruptible” sia una buona prova da parte della formazione americana e si dimostra sicuramente più convincente dei suoi ultimi due predecessori, pesanti da ascoltare per intero a detta chi scrive. Il disco è molto dinamico e condensa al suo interno tutti gli elementi tipici di Schaffer e soci e farà sicuramente la gioia dei fan della band. Peccato per un paio di pezzi veramente sotto tono, ma niente che possa rovinare l’ascolto. Se si volesse trovare un “difetto” a “Incorruptible“, probabilmente questo sarebbe quello di non avere un vero pezzo da novanta che resti impresso in testa fin dalle prime note. I brani che più si avvicinano a ciò sono “Seven Headed Whore” e la conclusiva “Clear The Way (December 13th, 1862)“, ma richiedono comunque più di un ascolto per essere totalmente apprezzati. “Incorruptible“, comunque, è un buon album heavy suonato con passione e sincerità da dei musicisti esperti.