Non ha più di certo bisogno di presentazioni un gruppo come i Death SS, che fin dal lontano 1977 ha portato l’heavy metal in Italia racchiudendo in sé tutti i suoi particolari interessi verso l’occultismo, film horror, fumetti erotici e musica rock, sotto la guida di sua maestà infernale, l’istrionico Vampiro Steve Sylvester. Il leader della band è riuscito a portare avanti il suo progetto negli anni, insieme ad uno degli show più belli mai visti sui vari palchi internazionali, ricco di horror e teatralità, con scelte stilistiche che sono variate ed evolutesi nel corso degli anni, a volte anche un po’ azzardate, mescolando diversi generi, dal doom/heavy metal a sfumature gothic rock, groove, elettronica dark e industrial metal, ma sempre in linea con quella che è la natura del suo progetto e guardando sempre avanti.
Siamo così finalmente giunti a questo nono capitolo della carriera dei Death SS, “Rock N’Roll Armageddon“, che vede nella sua lineup ufficiale, insieme al nostro caro vampiro, Freddy Delirio alle tastiere, Glenn Strange al basso, Al De Noble alla chitarra e Bozo Wolff alla batteria.
Dopo cinque anni di attesa dal suo predecessore “Resurrection” del 2013, già precedentemente annunciato lo scorso anno allo show del Metalitalia.com Festival, dove la band festeggiava i 40 anni di carriera, ecco che vede finalmente luce il suo seguito. L’album è stato preceduto da un singolo, l’omonima traccia con video in un contesto post apocalittico, pubblicato nel mese di agosto. L’artwork è un ottimo lavoro realizzato da Alex Horley, già noto autore per diverse cover di Rob Zombie e Gene Simmons.
“Rock N’ Roll Armageddon” è un disco dai suoni pieni, belli e ricercati, in grado di garantire un impatto notevole fin dal primo ascolto: essi esplorano territori del passato colorandolo di un mood decisamente anni ’80, sia in chiave heavy metal, sia per l’uso degli elementi elettronici ( ormai caratteristici del sound dei Death SS fin dai tempi di “Heavy Demons”) che richiamano le sonorità dark wave di quel periodo.
Ma andiamo ora in dettaglio sulle tredici tracce che compongono il lavoro.
“Black Soul” viene introdotta da un organo che suona in maniera inquietante, richiamando atmosfere vampiresche da film horror: le ritmiche lente, cupe e allo stesso tempo epiche, i cori in latino e la voce sussurrante di sua maestà infernale rendono tutta l’atmosfera dolcemente tenebrosa. I tempi si fanno più veloci con “Rock ‘N’ Roll Armageddon“, il brano omonimo pubblicato come singolo, che riassume in sé un po’ tutte le caratteristiche del disco, con scenari apocalittici e un ritornello efficace ripetuto fino alla nausea, che entra subito in testa in maniera diretta ed impattante. Davvero encomiabile! Perfette anche “Hellish Knights” e “Slaughterhouse“, brani molto veloci, con un ottimo intreccio tra chitarra e tastiere che affermano la straordinaria maestria di Delirio e De Noble e con Steve praticamente impeccabile nel cantato più aggressivo. Finisce qui praticamente la prima parte del disco con i suoni più vicini all’horror/ heavy metal, perché dalla quinta traccia, “Creatures Of The Night” ricompaiono gli elementi elettronici tipici della dark wave e delle interpretazioni più romantiche del gothic, richiamando quelle atmosfere ottantiane alla Clan Of Xymox, molto ricercate e che si adattano bene agli scenari orrorifici tanto cari a Sylvester e soci. “Madness Of Love” segue la scia della precedente aggiungendo anche una componente ancora più orecchiabile, con un lavoro ancora una volta impeccabile di De Noble alla chitarra. “Promised Land” tiene fede all’elettronica, ma con un tocco più aggressivo e ritmato. “Zombie Massacre” è una traccia decisamente groove, aggressiva, grazie anche ad un cantato più graffiato del nostro caro vampiro della provincia di Pesaro, sensazioni drammatiche e opprimenti ancora più esaltate in “The Fourth Reich“. “Witches Dance” è un brano completamente immerso nell’elettronica che richiama una vera e propria danza delle streghe, dove le tastiere hanno un ruolo fondamentale nel rendere il tutto ossessivo, un rituale che trascina l’ascoltatore in dimensioni oscure. Nuovo cambio drastico di sonorità che spezza nuovamente le atmosfere con “Your Life Is Now“, in cui le sonorità elettroniche si attenuano per lasciar maggior spazio alle melodie con armonica, chitarra acustica e un cantato davvero efficace in chiave hard rock. C’è spazio anche per un pezzo un po’ country, “The Glory Of The Hawkn“, che richiama atmosfere da film western, e infine “Forever” conclude l’album ricollegandosi al sound della prima parte completamente, nettamente pi hard ‘n’ heavy.
In sostanza, un lavoro impeccabile che supera decisamente in qualità anche il suo predecessore del 2013, una gran bella soddisfazione per Steve & Co. che dopo gli eccellenti show al Metalitalia.com Festival del 2017 e il più recente all’Agglutination possono portare a casa un altro bel traguardo a testa alta. Questo anche alla faccia di chi critica e muove accuse bigotte, senza alcun fondamento e senza aver capito nulla riguardo i loro show, come è purtroppo recentemente capitato. Bravi ragazzi!