I Create a Kill sono un supergruppo con membri di tutto rispetto: Daniel Gonzalez, chitarrista di Gruesome e Possessed, Gus Rios, ex Malevolent Creation e suo compagno nei Gruesome come batterista, e Alex Marquez, batterista di Pessimist e Solstice, qui cantante. “Summoned to Rise” segna il loro debutto, e offre dieci brani aggressivi e diretti che scorrono velocemente per quaranta minuti di ascolto piacevoli, specialmente se si cerca un disco semplice ma comunque gradevole da sentire. Infatti la proposta degli americani non si può sicuramente definire come innovativa, il genere offerto è un Thrash Metal che si esprime tramite una struttura già sentita e risentita senza annoiare mai particolarmente, grazie anche all’esperienza dei membri, sicuramente utile.
La partenza è decisa e fin da subito i brani risultano veloci e incisivi, con i vari riff che si susseguono rapidamente tra loro, senza risultare mai ripetitivi ma riuscendo a creare un minimo di varietà all’interno delle composizioni. Inoltre, si passa da brevi frangenti più lenti e coinvolgenti, a momenti nei quali prevale la violenza e la schiettezza senza troppi problemi, in modo fluido e determinato. Brani come “Cold Blooded” e “Crave the Blade” sembrano usciti direttamente dalla scena degli anni ’80 per il loro impatto immediato e per la produzione grezza e graffiante. In altre tracce, invece, si sentono delle influenze Death Metal, sempre abbastanza velate ma comunque evidenti, e “Praise the Beast” ne è il chiaro esempio. L’ascolto continua non lasciando prigionieri e tra ritmiche fulminee e assoli di stampo simile agli Slayer, viene espressa una forte dose di cattiveria e ribellione, che coinvolge e si fa apprezzare.
Passando alla seconda metà del lavoro è sempre più chiaro come questa produzione si voglia proporre come un ascolto semplice e spietato, senza alcun tipo di pretesa particolare, né tanto meno la tendenza a riscrivere la storia di un genere ormai poco orientato verso l’innovazione. “Gauntlet of Pain” si fonde con dei tocchi Crossover, e così come “Reap the Whirlwind” si concentra su riff più lenti ma micidiali. Infine, in chiusura troviamo anche un apprezzabile tributo al compianto Brett Hoffmann con la bonus track “Flesh, Blood and Stone“.
I primi passi mossi dal progetto, quindi, si possono ritenere soddisfacenti e promettenti per il futuro dei tre. I Create a Kill hanno saputo usare lucidamente l’esperienza a disposizione, offrendo un buon disco che soddisferà i thrasher più accaniti e legati agli anni ’80/’90.